Un po’ di storia
Istituita per la Chiesa
italiana nel 1914 da Papa S. Pio X, si celebrava a Novembre nella festa di
Cristo Re. Nel 1952, con la Costituzione Apostolica Exsul
Familia di Pio XII, la commemorazione della Giornata fu
estesa alla Chiesa universale e celebrata in date diverse secondo il programma
di ogni Conferenza Episcopale. Nel 1986 il Beato Giovanni Paolo II ha iniziato a
firmarne i Messaggi. Nel 2004 con l’Istruzione Erga Mmigrantes Caritas Christi del Pontificio Consiglio della
Pastorale per i migranti e gli itineranti si
scelse di celebrarla la Domenica della festa del Battesimo del Signore. Inizialmente
mirava alla solidarietà con gli emigranti italiani (dal 1876 al 1976
furono circa 27 milioni quelli che lasciarono la loro terra e i loro affetti
per trovare lavoro e condizioni di vita migliori in America, Europa e
Australia). Da qualche decennio la Giornata si caratterizza per
l’attenzione agli immigrati di qualsiasi nazione, i circensi e
lunaparchisti, i marittimi e gli aeroportuali, i rom e i sinti, i rifugiati, i
profughi e richiedenti asilo. Messaggi di Papa Benedetto XVI Messaggi di Papa Francesco
Nel corso dell'anno c'è un'altra Giornata mondiale del
rifugiato dell’UNHCR (ACNUR) a cui aderiscono anche le
comunità ecclesiali non cattoliche e le associazioni e organizzazioni di
volontariato laiche. Fu celebrata inizialmente in alcuni paesi
Africani il 20 giugno. Con la Risoluzione 55/76 delle Nazioni Unite il 4
Dicembre 2000 divenne “mondiale” come segno di solidarietà con il
continente Africano che ha mostrato estrema generosità
nell’accogliere il maggior numero di rifugiati. La prima Giornata Mondiale del
Rifugiato, si tenne il 20 Giugno del 2001 in occasione del 50° della Convenzione di Ginevra del
28 luglio 1951 relativa allo status dei Rifugiati (promulgata per proteggere i
rifugiati in gran parte europei della 2ª Guerra mondiale, nel 1967 se ne è
esteso il raggio d’azione).
Situazione attuale Circa un quinto delle migrazioni mondiali è un esodo drammatico, continuo e
forzato di intere popolazioni a causa di carestie, disastri naturali, guerre e
conflitti etnici. Afghanistan, Iraq, Somalia, Sudan e Repubblica
Democratica del Congo sono i paesi da cui fugge il maggior numero di persone.
Pakistan, Iran, Kenya e Ciad sono i paesi
che accolgono il maggior numero di rifugiati al mondo.
La Germania è il principale paese d'accoglienza tra i paesi industrializzati. Uomini, donne e bambini restano e muoiono in mare anche per un macabro “scaricabarile” dei governi europei. Per quelli che approdano sulle coste italiane e in particolare a Lampedusa i politici si attivano per l’accoglienza in centri presidiati e chiusi al mondo esterno. Come denunciato anche dal Centro Astalli, in Italia "è ancora gravemente insufficiente e dispersivo il sistema di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nelle aree metropolitane e ingiustificabili i ritardi e lo spreco di risorse nella gestione della cosiddetta emergenza Nord Africa".
La Germania è il principale paese d'accoglienza tra i paesi industrializzati. Uomini, donne e bambini restano e muoiono in mare anche per un macabro “scaricabarile” dei governi europei. Per quelli che approdano sulle coste italiane e in particolare a Lampedusa i politici si attivano per l’accoglienza in centri presidiati e chiusi al mondo esterno. Come denunciato anche dal Centro Astalli, in Italia "è ancora gravemente insufficiente e dispersivo il sistema di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati nelle aree metropolitane e ingiustificabili i ritardi e lo spreco di risorse nella gestione della cosiddetta emergenza Nord Africa".
Cosa possiamo fare? Bisogna
iniziare da un nuovo modo di pensare a partire dalla conoscenza
“relazionale” della situazione di chi ha dovuto a malincuore lasciare la
propria patria e i propri affetti col desiderio di iniziare la costruzione di nuovi progetti esistenziali. Culture e tradizioni che possono disorientarci o addirittura farci
arrabbiare ci offrono l’opportunità di scoprire una realtà etnica da non
sottovalutare ma da promuovere nella sua ricchezza peculiare sfrondandola da
ancestrali tabù che ledono la dignità della persona. È un continuo evolversi
nella edificazione della “Civitas”. Ad esempio in Sicilia, il nostro modo di
vivere e di pensare negli ultimi 50 anni, è profondamente cambiato. E giacché
ci siamo la nostra meravigliosa isola nel corso della storia, è sempre stata centro di fenomeni migratori che sapientemente armonizzati (quando si pensava
al bene comune e non agli interessi personali e mafiosi) ha contribuito allo
sviluppo dell’arte, della cultura e di conseguenza dell’economia. Non
fermiamoci al minimo (tolleranza dello straniero … quando va bene) ma miriamo
al massimo: promuovere la solidarietà e la sensibilizzazione sui temi
di immigrazione, asilo, razzismo, discriminazione e interculturalità, per
garantire i diritti dei migranti e dei rifugiati e per sostenerli nel loro
processo di integrazione sociale e culturale nel nostro Paese…. La Santa
Famiglia di Nazareth, che è stata esule in Egitto, protegga quanti migrano o sognano di fuggire, e ci renda capaci di “accogliere” con gioia quanti incontriamo nel
nostro cammino. “Venite, benedetti
del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla
fondazione del mondo. Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho
avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e
mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a
trovarmi. “ (Vangelo secondo
Matteo 25, 34-36)
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