L'Osservatore Romano in occasione del Congresso Internazionale dell'Ordo Virginum svoltosi a Roma il 14 - 20 maggio 2008 ha intervistato Gloria Irene Alvaro Sanz vergine consacrata della diocesi di Valladolid (Spagna) clicca qui per visualizzare l'articolo
Relazione sul Convegno pellegrinaggio internazionale dell’Ordo Virginum con alcune riflessioni che si sono rese necessarie soprattutto nell’ambito delle nostre diocesi italiane.
Relazione sul Convegno pellegrinaggio internazionale dell’Ordo Virginum con alcune riflessioni che si sono rese necessarie soprattutto nell’ambito delle nostre diocesi italiane.
Roma 14-20 maggio 2008
“Stelle per orientare il cammino del mondo”:
così Benedetto XVI ha definito le consacrate riunite a Roma per partecipare al Congresso- Pellegrinaggio internazionale dell’Ordo Virginumm dedicato al tema: ”Verginità consacrata nel mondo: un dono per la Chiesa e nella Chiesa”.
Circa cinquecento le Vergini Consacrate convenute a Roma da cinquantadue Paesi insieme ad alcuni loro Vescovi e Delegati.
Accompagnate dal Cardinale FranK Rodé sono state ricevute il 15 maggio dal Papa nella Sala Clementina in Vaticano.
“Un dono nella Chiesa e per la Chiesa”, ha sottolineato Benedetto XVI. L’Ordine delle Vergini, espressione di vita consacrata, rifiorita nella Chiesa dopo il Concilio Vaticano II, affonda le sue radici “negli inizi della vita evangelica, quando, come novità inaudita, – ha ricordato il Santo Padre - il cuore di alcune donne cominciò ad aprirsi al desiderio” “di donare a Dio tutto il proprio essere”, cosi come la Vergine di Nazaret. Un carisma che non prevedeva particolari modalità di vita e che man mano si è istituzionalizzato, fino alla solenne consacrazione pubblica, conferita dal Vescovo; da qui il radicamento nella Chiesa particolare. “Una via, che sembra priva delle caratteristiche specifiche della vita religiosa, specie dell’obbedienza”, – ha evidenziato Benedetto XVI – ma “che richiede implicitamente l’osservanza dei consigli evangelici, per custodire integra la fedeltà” a Cristo.
I lavori del Congresso si alternano tra relazioni, dibattiti, scambi di esperienze e pellegrinaggi in luoghi simboli della cristianità. Tra i relatori figurano mons. Jean-Pierre Cattenoz, arcivescovo di Avignone, mons. Demetrio Gonzalez, vescovo di Tarazona (Spagna), mons. Raymond Burke, arcivescovo di Saint Louis (Usa) e i cardinali Franc Rodé e Francis Arinze. La prima parte del Convegno si chiude con una tavola rotonda su “Il ruolo e la vita della vergine consacrata nella Chiesa locale e il suo rapporto col vescovo”.
“La parola 'vergine' è diventata imbarazzante per le persone al giorno d'oggi”, ha commentato Judith Stegman vergine consacrata e responsabile stampa dell'Ordine delle Vergini Consacrate. “Il mondo è così confuso sulla sessualità che è giunto per noi il momento di rivendicare questa parola”.
Si tratta di “ una vocazione pubblica, espressa in una cerimonia pubblica alla quale tutti sono invitati”, ha detto la Stegman. “Stiamo mostrando che l'amore di Cristo come Sposo è ciò che tutti sperimenteremo un giorno in paradiso”.
Sant'Agnese, Santa Lucia o Santa Cecilia, modelli eroici per le donne consacrate di oggi. Le martiri vergini hanno difeso il dono della loro verginità per Cristo fino alla morte e sono ancora celebrate e onorate nelle più belle chiese di Roma. Per questo il Convegno si è snodato anche nelle più belle Basiliche romane. Le vergini consacrate hanno un amore speciale per Maria, la cui decisione di dedicarsi completamente al Signore nella verginità è stata l'inizio e l'ispirazione della verginità consacrata nella Chiesa.“Giovanni Paolo II parlava dell'amore come di un dono totale di sé, e la Vergine Maria si è donata interamente a Cristo”, ha aggiunto la Stegman. “Il suo è stato un ruolo attivo; è più facile chiudersi, rimanere distante, ma Maria ha permesso a se stessa di essere aperta e vulnerabile”.“Uno dei grandi successi del Concilio Vaticano II è stato il fatto di restaurare il rito della consacrazione nel 1970”, ha proseguito. “Ha aiutato la gente a capire che la verginità consacrata è una piena vocazione, non un trampolino verso qualcos'altro”.Vescovi di tutto il mondo sono stati invitati al congresso per avere una migliore comprensione delle vergini consacrate e della loro vocazione. L'Arcivescovo Raymond Burke di St. Louis, moderatore episcopale dell'associazione statunitense delle vergini consacrate, si è rivolto alle donne riconoscendo la loro diversa forma di vita. L'Arcivescovo Jean-Pierre Cattenoz di Avignone (Francia) e il Vescovo Demetrio González di Tarazona (Spagna) hanno parlato all'assemblea discutendo la storicità e la sacramentalità della vocazione delle vergini consacrate.
Il numero di queste ultime è in crescita, con circa 3.000 vergini consacrate nel mondo attualmente.
Germania, Francia, Italia ed altre nazioni hanno parlato delle divers forme in cui si esprime questo carisma: dalla vita solitaria contemplativa a quella pastorale e caritativa scondo il dono peculiare di ciascuna. Una Vergine Consacrata Belga, Evelyne Barry sottolinea, parlando ai giovani, che non bisogna vedere questa verginità solo nel suo senso fisico. Essa è un “orientamento di tutto l’essere, corpo e anima verso l’unico amore della nostra vita: il CRISTO.
Germania, Francia, Italia ed altre nazioni hanno parlato delle divers forme in cui si esprime questo carisma: dalla vita solitaria contemplativa a quella pastorale e caritativa scondo il dono peculiare di ciascuna. Una Vergine Consacrata Belga, Evelyne Barry sottolinea, parlando ai giovani, che non bisogna vedere questa verginità solo nel suo senso fisico. Essa è un “orientamento di tutto l’essere, corpo e anima verso l’unico amore della nostra vita: il CRISTO.
Scrive ancora la Barry in una rivista della diocesi di Namur “ ..le vergini consacrate hanno stima del matrimonio al quale rinunciano per anticipare il grande mistero delle Nozze dell’Agnello, le Nozze con il Cristo nel Regno dei Cieli” E aggiunge:
"Se fate della verginità un specie di corazza da difendere a tutti i costi voi avete abbandonato il Vangelo: non avete più davanti a voi una donna che ha normali pulsioni emotive ma un frigorifero che non ha niente a che fare con il nostro Dio"
Nel confronto con altre vergini consacrate di Toscana, Milano, Piacenza, Roma…. pongo alcune riflessioni che mi sembrano utili:
Con P. Bargellini Monaco e liturgista sono d’accordo nell’affermare che la Consecratio Virginum intende evidenziare una vocazione speciale che è grazia: una vita donata totalmente a Dio da cui solo si attende la fecondità della propria esistenza. In questo la verginità consacrata non differisce dal celibato scelto per il regno.
Stessa grazia, stessa vocazione, stessa testimonianza alla chiesa e al mondo del primato assoluto di Dio e della fecondità autentica della relazione profonda con lui.
Sul piano "simbolico/ testimoniale", la dedizione totale a Dio con la scelta della "verginità" anche fisica, cioè accompagnata dalla astensione totale nel tempo da ogni rapporto sessuale, ha espresso fin dalle prime generazioni cristiane in maniera "anche visibile" la preziosità della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, sul modello dell'amore totale e senza riserve di Cristo per noi sua chiesa (dimensione sponsale della verginità).
Stessa grazia, stessa vocazione, stessa testimonianza alla chiesa e al mondo del primato assoluto di Dio e della fecondità autentica della relazione profonda con lui.
Sul piano "simbolico/ testimoniale", la dedizione totale a Dio con la scelta della "verginità" anche fisica, cioè accompagnata dalla astensione totale nel tempo da ogni rapporto sessuale, ha espresso fin dalle prime generazioni cristiane in maniera "anche visibile" la preziosità della dedizione totale ed esclusiva a Cristo, sul modello dell'amore totale e senza riserve di Cristo per noi sua chiesa (dimensione sponsale della verginità).
In questo senso la integrità fisica è "segno" della integrità/totalità interiore che è la vera grazia e la vera testimonianza della verginità.
Nel considerare la Verginità dobbiamo tener presente la globalità della persona che deve maturare nell’Amore in tutte le direzioni, nel dono di sé universale e comunionale, aperto a tutte le realtà dell’esistenza non esclusa l’Amicizia.
Nel considerare la Verginità dobbiamo tener presente la globalità della persona che deve maturare nell’Amore in tutte le direzioni, nel dono di sé universale e comunionale, aperto a tutte le realtà dell’esistenza non esclusa l’Amicizia.
“La “logica” profonda della verginità cristiana, scrive G. Moioli, (Diz. Di Teol. Mor. )sta nella sua coerenza col Regno, non in quanto tale coerenza le appartenga in esclusiva, ma in quanto la presenza del Regno di Cristo ed il suo accoglimento, relativizza tutte le situazioni umane inducendo nel discepolo una radicale disponibilità all’ubbidienza al suo Signore”
“Alla luce del Cristo Morto e Risorto, “luogo” dell’Alleanza e quindi del Regno, il cristiano coglie chiaramente che la personalità umana non è né quella del “Vergine”né quella della “coniugata”, ma quella dell’uomo pienamente configurato a Cristo nella gloria della Risurrezione”.
Con Cristina Militello penso anch’io che la parola ultima resti l’agape.
“Questo è il Nome di Dio , questo il messaggio cristiano, questa è la Chiesa nella sua essenza misterica, nel circolo molteplice e concentrico della comunione che alacremente sono chiamati ad assecondare gli esseri umani tutti: uomini e donne, nella sinfonia amorosa delle loro differenze”
(Ignazio, Lettera agli Efesini 4,2)
E’ qui che deve puntare la Vergine consacrata al di là ed oltre la sua verginità fisica, Verginità riconquistata ogni giorno nella povertà della fede, in un contatto profondo con la Parola di Dio,
nella preghiera cui la Chiesa la chiama affidandogli la Liturgia delle Ore quale ministero della sua sponsalità.
Lorenzina Saura Ricci
vergine consacrata della diocesi di Arezzo
vergine consacrata della diocesi di Arezzo
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