“E Gesù
disse: “[Donna] Neanch’io ti condanno;
va’ e d’ora in poi non peccare più” (Giovanni 8, 1-11).
Di fatto con l’avvento del
cristianesimo la condizione della donna trova un suo status sociale che
nell’Impero Romano le veniva negato. Ad esempio nel matrimonio cristiano, la
donna, protetta dall’indissolubilità, di fatto non viene più ripudiata per sterilità o adulterio e ai
coniugi si richiede reciproca fedeltà. Ma c’è di più, la scelta di vita verginale, ricorrente fin dai primi secoli del
cristianesimo, ha dato modo alle donne
di poter “decidere” lo stile di vita e
di avere un ruolo determinante che ha contribuito ad un notevole arricchimento
spirituale ed intellettuale nella Chiesa e a beneficio della società. Queste donne, in prima linea per sovvenire alle necessità delle
popolazioni, viaggiando fino agli estremi confini della terra, costruendo
ospedali, orfanotrofi e scuole furono considerate madri e guide efficaci che
hanno saputo richiamare al dovere morale uomini potenti e non.
A questo femminismo religioso
nel sec. XX si affianca quello delle femministe
cattoliche. Il discorso di monsignor Radini
Tedeschi al XVII Congresso cattolico nel 1900 fu ritenuto di somma importanza:
in esso si legittimava, per la prima volta, il ruolo pubblico della donna. Nel
1910 Monsignor Radini delegò il giovane don Angelo Roncalli (futuro papa
Giovanni XXIII) a fondare a Bergamo l'Unione Donne impegnata nell’apostolato e
di partecipazione attiva alla vita sociale e politica.
Intanto la II Conferenza internazionale di donne socialiste svoltasi a
Copenhagen nel 1910 scelse la data del 19 marzo per commemorare il massacro di
129 operaie di una camiceria di New York, intrappolate in un incendio appiccato
dal padrone della fabbrica per vendicarsi di uno sciopero nel 1908. Ma da una recente indagine
storica si è accertato che il terribile incendio avvenne nel 1911 fece vittime
anche fra gli uomini e che non era riconducibile a scioperi ma a cause
accidentali. In realtà, questa festa ebbe origine a Mosca nel
1921, durante la III Internazionale comunista, Lenin istituì la "Festa
internazionale delle operaie" per commemorare la prima manifestazione
delle operaie di Pietroburgo contro lo zarismo avvenuta l’ultima domenica di
febbraio del 1913. Nel 1952 il Partito Comunista Italiano pubblicò, in chiave
anti-americana, la cronaca dell’ incendio
avvenuto a New York e l'Unione Donne
Italiane della Cgil, organizzò
quell'anno la festa dell'8 marzo.
Inizialmente il movimento cattolico non si differenzia da quello laico “liberale”
(stessi obiettivi: diritto all’istruzione, ingresso a tutte le professioni
e alla partecipazione politica). Negli anni ’60 gli intenti si distanziano
inesorabilmente con l’affermazione di una rivoluzione nei comportamenti
sessuali propugnata dal femminismo “radicale” e la conseguente diffusione
degli anticoncezionali, il rifiuto della maternità e di tutte le attività proprie
della donna. L’uguaglianza dei sessi si riduce a “scimmiottare” il maschio
dominatore, le politiche sociali a favore della famiglia vengono disattese.
Dopo l’indizione da parte dell’ONU dell’anno internazionale della donna
(1975) con successiva celebrazione annuale per l’8 marzo contrassegnato dal
messaggio del Segretario generale, nel 1977 la stessa ha sancito la Giornata per
i diritti della donna e la pace internazionale da rispettare in qualsiasi
giorno dell’anno dagli Stati membri.
Tuttavia, il Comitato
permanente dell’ONU ha adottato nel 1979
il Cedaw (Convention on the Elimination of all Discriminations Against Woman,
una sorta di carta dei diritti delle donne), pur dichiarandosi neutrale
rispetto all'aborto, quando parla di "salute delle donne" intende
principalmente la lotta alla maternità, destinando la gran parte dei fondi per
programmi di diffusione della
contraccezione e dell'aborto. Le
organizzazioni pro-life si trovano così a dover vagliare costantemente i
documenti dell'Onu analizzando “termini” a prima vista innocenti ma che
nascondono invece precise strategie ispirati a ideologie che mortificano la
dignità umana.
Per quanto riguarda l'aborto c’è una accesa polemica: per molti è un
“diritto”, un atto di libertà femminile. C'è chi ne vuole fare un diritto umano, in nome della
vita. La vita della donna, naturalmente, senza aver riguardo alla vita del
figlio tentando di scorporare la naturale fisiologia della donna dalla
maternità come se fosse un aspetto aggiuntivo. Femministe inserite nel sistema
ONU, ma anche appartenenti a delegazioni governative, ritengono di somma
importanza liberalizzare l'aborto e inondare il mondo di contraccettivi, perché
il bene primario della donna per loro consiste nel ridurre la maternità
ad un'opzione marginale il più delle volte ostacolante al “successo” della
donna.
Il nuovo femminismo
radicale inoltre si è attivato a promuovere, in nome dell’uguaglianza, una
nuova ideologia legata al concetto di “genere” (gender), che cancella le differenze biologiche tra uomini e
donne. Si “pubblicizza” un modello in
cui la scelta del genere (non più sesso) dipende dall’opzione soggettiva: questa
ideologia non ha nessun rapporto con la natura delle persone. L’Unione Europea, ha destinato notevoli
fondi per diffondere l’ideologia “gender”. In realtà non è un'alternativa all’uso della
parola “sesso”, né un modo più elegante per definire la differenza tra maschile
e femminile. Se si usa tale termine
bisogna tener conto dell’ideologia che ci sta dietro.
Conclusione: se la libertà delle donne significa: “il
corpo è mio e lo gestisco io” non ci resta che raccogliere i cocci del
nostro fallimento. Quali conquiste
abbiamo conseguito favorendo, anche tacitamente, le idee del femminismo
radicale? Che impegno “creativo” abbiamo promosso, noi consacrate, a favore
della promozione della donna? Certo la nostra vita di per sé è segno profetico:
scegliere di vivere nella Chiesa e per il Signore nella verginità consacrata e
manifestarlo pubblicamente non è cosa da poco … ma può essere sufficiente?
La Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2004 ha pubblicato un
documento in cui analizza l'ideologia femminista e la confronta con la cultura
cristiana. Il documento "Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica sulla collaborazione dell'uomo e della donna nella Chiesa e nel mondo" firmato dal cardinal Joseph Ratzinger e
dall'arcivescovo Angelo Amato ha il pregio di mettere in guardia le donne dal
rischio di favorire la creazione di una società che svilisce la dignità umana e il diritto alla vita.
Ci rafforzi la Beata Vergine del Rosario di Pompei rivolgendole la Supplica tanto cara a chi la invoca quale Regina delle Vittorie.
Per approfondimenti:
Mulieris Dignitatem (Lettera apostolica del Sommo pontefice Giovanni Paolo II sulla dignità e la vocazione della donna
in occasione dell’Anno Mariano 15 agosto
1988)
Lettera alle donne (del Sommo pontefice Giovanni Paolo II –
1995)
La donna: storia e problemi di Angela Ales Bello in: Sul femminile. Scritti di antroplogia e religione, Città Aperta, Troina [EN], 2004
La nuova stagione del femminismo cattolico in: Vita e Pensiero3 (2006)
Donna nella Chiesa: fondamenti antropologici e teologici (Intervento al Convegno «Donna linfa vitale nella missione della Chiesa», Istituto Superiore di Studi sulla Donna, Ateneo Pontificio Regina Apostolorum
Roma, 10 ottobre 2011)
*Consacrata da Sua Em.za S. Pappalardo il 23 Marzo
1996. Nel 1997 ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose presso la
Facoltà Teologica di Sicilia discutendo la tesi: "Il Carisma della verginità nel Rito di Consarazione
delle Vergini". Insegna Religione ed è referente area legalità in una
scuola a rischio, in provincia di Palermo. Nel 2004 si è specializzata in
Mediazione familiare e partecipa al gruppo di accompagnamento
pastorale dei separati/divorziati non risposati né conviventi "Santa Maria
di Cana".
1 commento:
Sono perfettamente d'accordo con l'analisi fatta e, vorrei aggiungere, che il Signore nella Sua infinita bontà, non disgiunge mia gli effetti dalle cause. Pertanto questo femminismo radicale, ha portato, da un punto di vista morale alla degradazione dei costumi e al diffondersi della pornografia con il risultato bruciante di una società che vive quasi esclusivamente per il soddisfacimento dei propri desideri, rovinando l'educazione ai valori anche ai bambini e quindi alle future generazioni. Da un punto di vista pratico , il risultato è quello drammatico della denatalità con tutte le conseguenze del caso. Questa fu la causa della caduta dell'impero romano, e , se la Madre Celeste non inteviene portandoci ad un cambio di rotta, questa sarà anche la fine dei paesi occidentali che un tempo, non molto lontano, costituivano la Christianitas. Segio
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