di Giuliva Di Bernardino *
La
danza che alcune tra noi hanno svolto a conclusione dell’Incontro nazionale dell'Ordo Virginum tenutosi a Mazara del Vallo dal 26 al 29 Agosto 2012, è stata inserita
nella celebrazione liturgica a coronamento del ciclo di riflessioni sui tria munera (profetico, regale e sacerdotale) propri alla
vocazione cristiana, in virtù della grazia sacramentale del battesimo ricevuto
da tutti i credenti in Cristo.
La
danza è stata proposta come atto offertoriale in quanto questo momento
liturgico si pone come rappresentativo del munus
sacerdotale comune a tutti i fedeli partecipanti alla celebrazione. Ecco
perché la danza ha potuto essere espressione
di quel “regno sacerdotale”, che sigilla il “sacerdozio regale” al quale ogni
battezzato è chiamato e di cui ogni cristiano è espressione.
Le
danzatrici avanzano in senso processionale vestite di bianco, espressione del
popolo rivestito da Cristo della dignità regale, ma anche perché spesso il
popolo è biblicamente associato all’immagine della sposa che va incontro allo
Sposo. Pertanto, questa azione liturgica, ha voluto semplicemente sottolineare
in modo sobrio ma ben visibile la dimensione regale, sacerdotale e profetica di
ogni battezzato che ascolta la voce dello Sposo e desidera unirsi a Lui, mentre
gli va incontro.
La
coreografia è stata perfezionata nel corso del convegno insieme alle vergini
consacrate che liberamente hanno accolto la proposta e si sono coinvolte in
questa modalità di espressione liturgica.
Il
canto su cui si svolge la danza è un canto tradizionale ebraico. Il testo,
cantato e danzato propone un celebre versetto del “Cantico dei Cantici”. Questo
libro biblico, pur trattando
espressamente dell’amore umano, è stato interpretato da secoli in senso
allegorico per indicare l’amore di Dio per il suo popolo e poi anche il desiderio
d’amore e di unione della singola anima con Dio. Per questioni di adattamento
alla melodia, la traduzione non rispetta letteralmente il testo ebraico,
tuttavia, attraverso la danza, se ne rende evidente il senso. In lingua
italiana, questa è la traduzione letterale: “ una voce, il Diletto! Eccolo,
viene! Salta sui monti, balza sulle colline”.
Concludo
questa brevissima presentazione, con una riflessione che penso sia importante sottolineare.
La
visione di questa danza, allontanata dal contesto liturgico in cui è stata
proposta, potrebbe essere forse fraintesa, perciò spero che venga percepita
così come è stata concepita e svolta nel corso del convegno, e cioè come un
atto di preghiera semplice, sobrio, bello ed equilibrato.
Più
che di una danza, mi piacerebbe che si vedano dei gesti che vogliono mettere in atto una modalità
originale per coinvolgere tutto di noi (compresa l’espressione del corpo),
affinché tutto in noi esprima la bellezza della lode dovuta allo Sposo che
viene presto.
Lui
l’ha promesso: “Ecco, io vengo presto!” e noi, con tutta la gioia che dona ai nostri cuori questa
promessa, diciamo con lo Spirito e come la Sposa, “Amen. Maranatha, vieni Signore Gesù!”.
* Di Bernardino Giuliva, nata il 24.09.1975 a Celano (AQ)
attualmente vive a Verona e insegna religione nella scuola pubblica.
Laureata in Lettere Classiche ha insegnato italiano, latino, greco, storia,
storia della musica e dell’arte. Nel 2011 ha conseguito la laurea in
Scienze Religiose presentando un’esercitazione scritta su: “Il Rito della Consacrazione
delle Vergini applicazione nella storia e nell’attualità”.
Traduttrice (anche simultanea) dal Francese, anima “stages di danza biblica” e corsi
sulla cultura, celebrazioni, canto e spiritualità ebraica con elementi di
ebraico biblico. giulivadib@yahoo.fr cell. 3290241715
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