LE CONSACRATE E I CONSACRATI DELLE 18 DIOCESI SICILIANE A CONFRONTO
Quando la Vita Consacrata
diventa profezia
"La Vita Consacrata tra sequela e Profezia”.
È
stato questo il tema del Convegno che ha visto impegnati per due giorni, il 14
e 15 febbraio, i Consacrati di Sicilia,
riuniti all’hotel Antares Olimpo di Letojanni (ME), presso Taormina, per
riflettere e confrontarsi su un tema molto caro a Papa Francesco, riguardo all’identità
e al ruolo profetico della Vita Consacrata.
Cosa
fare perché la Vita Consacrata, custode, ancora oggi, di un grande patrimonio
di energia, altruismo di
bene e di amore, possa ritornare ad avere
l’autorevolezza necessaria ad annunciare credibilmente i valori evangelici?
Come ridarle smalto? Con quale
“linguaggio carismatico” riproporla?
Presenti
anche vari Delegati e Vicari episcopali, come anche Segretari/e e Delegati/e
delle Segreterie diocesane dei tre organismi ufficiali della Vita Consacrata
CISM, USMI e CIIS.
Dopo
il saluto di P. Saverio Cento OM, Segretario Unitario, e dei Presidenti dei tre
organismi CISM, USMI e CIIS, rispettivamente
P. Massimo Cucinotta TOR, Madre Gabriella Ruggieri FMC, la delegata della Presiedente
degli Istituti Secolari Franca Buffa, l’attenzione è subito andata alla relazione della biblista Sr. Filippa Castronovo, che ha
illustrato i fondamenti biblico-teologici della Vita Consacrata. Se per ogni battezzato il radicalismo
evangelico con cui Gesù chiama tutti alla sequela, è norma di vita, essendo la
consacrazione una esigenza specifica dell’Alleanza tra Dio e il suo popolo,
tuttavia ad alcuni è dato un particolare
dono dello Spirito per una esistenza cristiforme. La Vita consacrata “misura
alta della vita cristiana ordinaria” (Giovanni Paolo II), porta in
superficie ciò che è di tutti, facendosi al tempo stesso memoria e profezia. Il
Consacrato, guardando all’apostolo Paolo, più volte citato come esempio di
totale conformazione a Cristo, è chiamato a correre per conquistare la meta,
perché conquistato da Cristo (Fil 3,12).
“La
Vita Consacrata, quale profezia per il mondo di oggi” è stato, di seguito, il
tema della relazione del teologo Don Rino
Cozza, che ha collocato la Vita Consacrata nella linea della profezia se
capace - a dirla con Papa Francesco - di svegliare il mondo, di
rispondere con la buona notizia del Vangelo alle domande inespresse e profonde
dell’uomo di oggi, se capace di raggiungere le periferie esistenziali con
linguaggi adeguati, vivendo il carisma
nella misura in cui si riesce a trascinare il futuro nel presente,
osando chiedere – come Maria a Cana – un anticipo della salvezza. L’amicizia e la gioia, sono i due
coefficienti per far trasparire il divino nell’umano, per sgombrare la mente da
facili spiritualismi disincarnati, poco rispondenti alla maturazione di una
humanitas ricca del divino.
Altamente
apprezzate le tre testimonianze in cui la profezia coraggiosa, schietta, controcorrente, è diventata
autentica manifestazione della
tenerezza Dio, nella misura in cui ha saputo assumere i molteplici volti della
carità.
Il
rogazionista P. Paolo Galioto, con la sua comunità a Cristo Re (Messina) ha
raccontato alcuni scherzi della Divina Provvidenza che diventa sempre più
tangibile, quando si sa osare e andare oltre, costringendo l’Altro ad
intervenire: la Comunità ha accolto ed è a servizio di tre case famiglia (una
per bambini fino a 13 anni, una per ragazzi dai 14 ai 18 anni, una per ragazzi
con disagio sociale affidati dal tribunale, e/o ragazzi sordi),
dell’accoglienza notturna maschile e femminile per persone senza fissa dimora,
della mensa del povero, di un ambulatorio per i poveri. L’ambiente accogliente
e familiare diventa luogo tangibile del carisma di S. Annibale Maria Di
Francia, soprattutto se aperto all’accoglienza di ogni povertà, umana e
spirituale.
La
comboniana Sr. Valeria Gandini, con altre sorelle ha denunciato il dramma della
Tratta degli esseri umani, in particolare la rinnovata piaga della prostituzione, anche minorile, che costringe migliaia
di donne anche in Italia a vivere nella povertà, nell’indigenza, nello
sfruttamento, nell’angoscia e nella solitudine, nell’offesa continua alla
propria dignità. Ai Consacrati ha rinnovato l’invito a promulgare quell’anno di
grazia e di liberazione inaugurato da Cristo nella sinagoga di Nazaret, proprio
là dove è urgente offrire rapporti di fiducia, stima e amicizia, in cui
l’ascolto, la preghiera e l’accompagnamento diventano relazioni deterrenti
contro l’ingordigia umana che giunge persino a rendere schiavi altri esseri
umani.
Anche
la Verginità per il Regno, vissuta nell’OrdoVirginum, testimoniata da Anna
Daniela
Spatola, è divenuta profezia da quando, quasi inconsapevolmente, i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II hanno auspicato la restaurazione dell’antico rito di consacrazione delle Vergini. Oggi più che mai, in Italia, le cinquecento vergini consacrate costituiscono un segno profetico per aiutare a vivere nella Chiesa la virtù della verginità come servizio d’amore al popolo santo di Dio. La preghiera, il compimento del proprio dovere, il vivere con cuore indiviso la propria affettività per lasciarsi abitare da Dio e dai suoi figli, soprattutto se ultimi, e dai poveri, l’assenza di una struttura o di una regola, il legame con la Chiesa diocesana, sono alcune delle caratteristiche proprie di questo stato di vita, espressione della ricchezza dell’unico Spirito che l’ha suscitata nella Chiesa.
Spatola, è divenuta profezia da quando, quasi inconsapevolmente, i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II hanno auspicato la restaurazione dell’antico rito di consacrazione delle Vergini. Oggi più che mai, in Italia, le cinquecento vergini consacrate costituiscono un segno profetico per aiutare a vivere nella Chiesa la virtù della verginità come servizio d’amore al popolo santo di Dio. La preghiera, il compimento del proprio dovere, il vivere con cuore indiviso la propria affettività per lasciarsi abitare da Dio e dai suoi figli, soprattutto se ultimi, e dai poveri, l’assenza di una struttura o di una regola, il legame con la Chiesa diocesana, sono alcune delle caratteristiche proprie di questo stato di vita, espressione della ricchezza dell’unico Spirito che l’ha suscitata nella Chiesa.
Fecondi
e arricchenti i laboratori, dodici in tutto, in cui, seguendo in ciascuno una
pista di riflessione, ci si è
potuti confrontare, stimolare e provocare.
potuti confrontare, stimolare e provocare.
Negli
arricchenti interventi finali condivisi da ogni gruppo di lavoro, è stato
ribadito l’impareggiabile valore della fraternità come comunione di fratelli e
sorelle, uniti non semplicemente da strutture istituzionali, ma dall’unico intento
di generare e rigenerare spazi di comunione, dove è palpabile la tensione
positiva, che è frutto dello Spirito, tra immanenza e trascendenza, e tra fede
e vita, e nel fare del Vangelo il punto di riferimento per la crescita della
persona.
Per
vivere la profezia, è stata condannata l’applicazione alle comunità dei criteri
tipici delle ONG, perché trasformerebbero le comunità in venditori di servizi
assistenziali, ridotte a puro ingranaggio di un sistema esternamente
impeccabile, quanto vuoto e ridondante, più attento alla legittimità degli atti
che alla qualità della vita umana e cristiana che in esse si svolge.
La
celebrazione eucaristica di sabato è stata presieduta dal Vescovo delegato
dalla CESI per la Vita Consacrata, S.Ecc.za rev.ma Mons. Calogero La Piana,
che nell’ omelia, pur non nascondendo le
difficoltà e la crisi della Vita Consacrata, ha sottolineato come essa faccia
parte integrante della vita della Chiesa e si caratterizzi soprattutto dalla
capacità di “stare con il Signore”.
Particolarmente
accogliente la comunità parrocchiale di Taormina, col suo parroco P. Salvatore
Sinitò, e i ragazzi della parrocchia. Infatti l’animazione dei canti della
messa loro affidati, è stata gioiosa e giovanile, ma anche profonda e orante.
Il
grazie anche per averci reso possibile la notte del 14 febbraio, la conoscenza
della Taormina Cristiana, organizzando la visita by night,
guidata con competenza e semplicità da
Paolo Restuccia, sia del Duomo che delle altre Chiese, custodi della storia
cristiana locale, luoghi incastonati nel suggestivo panorama notturno della
Perla dello Jonio.
Curioso
e divertente, nella notte di S. Valentino, prerogativa delle coppie di
innamorati, vedere il corso di Taormina invaso ed animato dal vociare allegro
di un folto gruppo di religiose e religiosi, capaci di sfidare la notte per
percorrere le strade della città, suscitando curiosità e sorpresa, testimoni
anch’essi di un amore profondo.
Significative
le conclusioni del teologo Don Rino Cozza, che nella sua qualità di osservatore
dei lavori del Convegno, ha riassunto il senso dei lavori e dell’esperienza
vissuta. Citando Papa Francesco, ha affermato che “il carisma, perché non
diventi sterile, deve cercare nuovi cammini, sapendo chiedere perdono e
guardando con vergogna agli insuccessi causati dalla mancanza di coraggio”.
Più che omologare il
presente ad un passato che non è più, i Consacrati sono chiamati ad accogliere la sfida di intravedere il futuro e di incarnarlo nel presente: azione quanto mai rischiosa, ma aderente a quanto fatto dai Santi Fondatori nelle rispettive epoche storiche.
presente ad un passato che non è più, i Consacrati sono chiamati ad accogliere la sfida di intravedere il futuro e di incarnarlo nel presente: azione quanto mai rischiosa, ma aderente a quanto fatto dai Santi Fondatori nelle rispettive epoche storiche.
Il
Convegno si è concluso sotto lo sguardo della Madonna della Lettera, titolo con
cui la Chiesa messinese venera la Beata Vergine Maria. Esso non ha avuto la
pretesa di rispondere a tutte le sfide rivolte alla Vita Consacrata, ma, già nella
sua celebrazione, è stato l’occasione per continuare un’autentica conversione
evangelica, nella condivisione dei molteplici carismi, da rivivere per animare la vita cristiana nelle Chiese di
Sicilia.
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