"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Il no della Norvegia

Articolo scritto lunedì, 08 novembre 2010

clicca qui per leggere l'articolo sulle testimonianze dei cristiani iracheni scampati al massacro presso la Cattedrale di Nostra Signora del Soccorso a Baghdad
 


di Padre Piero Gheddo 
 


Terrorismo: una novità dalla Norvegia
ROMA, lunedì, 8 novembre 2010 (ZENIT.org).- Gli attentati e le stragi di cristiani in Iraq quasi “non fanno più notizia”. Sono talmente frequenti, quasi quotidiani. Solo “Avvenire” li riporta e dedica ancora la prima pagina al massacro di 58 cristiani (tre dei quali sacerdoti che stavano concelebrando la S. Messa) di domenica 31 ottobre nella cattedrale siro-cattolica di Baghdad. Il fantomatico “Ministero della Guerra dello Stato islamico iraqeno” (affiliato ad Al Quaeda) dice in un comunicato: “Tutti i centri, le organizzazioni, le istituzioni, i dirigenti e i fedeli cristiani sono bersagli legittimi per i mujaheddin, ovunque possano colpirli”. Pare incredibile che nell’anno 2010 ci siano ancora queste condanne a morte generalizzate nei confronti di persone colpevoli solo di credere in Gesù Cristo e nel Vangelo: “Violenza assurda contro le persone inermi!”, ha detto Benedetto XVI.
Nella capitale iraqena ci sono 65 monasteri e chiese cristiane, una quarantina dei quali hanno subito uno o più attentati negli ultimi sette anni. E’ inevitabile che i cristiani fuggano: nel 2003 in Iraq erano 800.000,  il 3 per cento degli iraqeni (25 milioni), oggi si calcola ne rimangano 450.000, quasi dimezzati in pochi anni. […] “Oggi su 100 persone che perdono la vita per crimini  d’odio legati alla religione, 75 appartengono a confessioni cristiane” ha dichiarato ad “Avvenire” (4 novembre) l’eurodeputato Mario Mauro, responsabile dell’Europarlamento per l’imminente accordo politico ed economico fra lraq e l’Unione Europea. Un tema da discutere dovrebbe essere questo: come far cessare questa guerra unilateralmente dichiarata dall’islamismo fondamentalista contro innocenti? […] E allora, cosa fare? Non c’è dubbio che bisogna pregare e aiutare i nostri fratelli che vivono nel Medio Oriente e protestare. Ma poi, cos’altro si può fare? Una novità viene dal governo norvegese. Come riferiscono i giornali, i musulmani di Oslo hanno chiesto il permesso di costruire una moschea nella capitale norvegese, finanziata dall’Arabia saudita. Il governo ha risposto negativamente: “I cristiani in Arabia saudita non hanno alcuna libertà religiosa, anzi vengono incarcerati se sorpresi col Vangelo o se si riuniscono per pregare. Quando il governo dell’Arabia darà ai cristiani il permesso di costruire la loro prima chiesa, anche noi permetteremo la costruzione di questa moschea ad Oslo”. E’ un fatto nuovo che, credo, meriterebbe almeno di essere discusso, acquistare rilievo in giornali e televisioni. Invece niente, nessuno ne parla. L’Europa non ha ancora preso coscienza che il terrorismo di matrice islamica non è rivolto solo contro i cristiani, ma contro l’Occidente cristiano, gli Stati Uniti e l’Europa cristiana. 

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