"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

La santa, vergine consacrata, del mese di Giugno



 Santa Agrippina   23 Giugno 258 Patrona di Mineo (CT)
 

Santa Agrippina nacque nel 243 da una nobile famiglia cristiana e forse, come dice la tradizione, imparentata con la famosa famiglia romana dei Colonna. Ricevette una forte e sana formazione umana ed evangelica che ne forgiò il carattere e sviluppò in lei l’amore appassionato a Cristo Gesù, fino al dono della sua verginità.
Nel 257 e nel 258 l’imperatore Valeriano emanò due editti, che prevedevano la confisca dei territori religiosi e la condanna dei seguaci del Cristianesimo per evitare che i cristiani occupassero i posti chiave nell’Impero.
Durante la persecuzione di Valeriano, Agrippina non si lasciò soggiogare dalle lusinghe del lusso,  e attestò pubblicamente il suo essere cristiana:“Amo Cristo e niente può separarmi da lui”..
            Con la forza che viene da chi possiede lo Spirito Santo, proclamò la sua appartenenza a Cristo affrontando la prigionia e i vari supplizi che la legge romana infliggeva per far abiurare i fedeli.
            Venne torturata in varie maniere: percossa con nodosi bastoni, flagellata, quasi soffocata sotto un grosso masso e messa sull’eculeo e il 23 giugno del 258 decapitata. Con indomita fermezza avrà esclamato come Santa Agnese: “O Signore onnipotente, ti ringrazio che quello che ho creduto ormai lo vedo, quello che ho sperato lo possiedo, quello che ho tanto bramato finalmente l’abbraccio”.  
Il suo corpo, prima sepolto nel cimitero di S. Paolo fuori le mura di Roma, venne trasportato in Sicilia da tre ragazze, Bassa, sorella di S. Agrippina,  Paola ed Agatonica e, dopo essere passato per Agrigento,  giunse a Mineo  in Contrada Lamia, qui il potere taumaturgico del suo corpo riuscì a scacciare i demoni che infestavano quel luogo. Quindi il 17 maggio del 263 fu portato in paese ed affidato alla matrona romana Eupresia, era un mercoledì, giorno che i menenini dedicarono da quel momento alla Santa. Nella casa di Eupresia, la figlia, Teogonia, paralitica da cinque anni, prodigiosamente guarì.
             Nel 263 d.C. si costruì una chiesetta “modicae molis” (di piccola dimensione) vicino all’abitazione di S. Eupresia. Divenuta insufficiente per i fedeli venne edificato un tempio più grande che avrà dignità di basilica nel 312. Le spoglie di S. Agrippina, vengono occultate nella primitiva chiesa, per non essere in balia dei pagani persecutori, delle orde barbariche e poi dei musulmani; ma è fuori dubbio che il suo corpo si trova sepolto sotto la chiesa a lei dedicata. La basilica, distrutta dal terremoto del 1169, fu riedificata nel 1300 circa e, dopo il terremoto del 1693 fu ricostruita con planimetria a pianta greca, intorno al 1700. All’interno  si possono ammirare affreschi raffiguranti episodi della vita della Santa, di particolare rilievo e bellezza quelli sulla volta e negli scomparti della cupola, che raffigurano la gloria di Santa Agrippina opera del pittore Sebastiano Lo Monaco.
La città di Mineo,  diocesi di Caltagirone, celebra la festa con grande devozione e partecipazione dei fedeli sopratutto nel mese di agosto  consulta qui il sito sulla festa patronale.

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