"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Le Sante, vergini consacrate, del mese di Giugno


Santa Felicola 13 Giugno  † 90
Felicola fu amica di S. Petronilla. Al tempo di Domiziano, Felicola non acconsentì alle nozze col Prefetto Flacco e rifiutò di offrire sacrifici agli dèi “Io non voglio essere tua moglie, perchè ho Gesù Cristo per mio sposo e  nemmeno voglio sacrificare i tuoi dèi, perchè sono cristiana”.  Pertanto lo stesso Prefetto la consegnò al giudice il quale la tenne in carcere per sette giorni senza acqua, né cibo. Alcune donne che erano lì di guardia cercavano di convincerla a prendere per marito un giovane così bello quale era il prefetto Flacco. Ma ella rispondeva : “Io sono sposa di Gesù”Cristo, né voglio altro sposo che Lui”. Trascorsi i sette giorni fu portata  tra le Vestali, ma Felicola scelse di non mangiare i cibi  offerti alla dea Vesta.  Il giudice, vedendo la costanza della santa vergine, la condannò alla tortura sull’eculeo. Durante il supplizio ella diceva: “Io ormai vedo il mio amato Gesù Cristo, nel quale ho posto tutto l'amor mio”.  I suoi carnefici cercavano di convincerla a rinnegare la sua fede ma ella rispondeva: “Io non nego, né posso, o voglio negare il mio amato Gesù: il quale per amor mio fu coronato di spine, gli fu dato da bere il fiele e morì in Croce”. Allora essi la gettarono in una cloaca dove la vergine rese l’anima a Dio. Avutane notizia il presbitero Nicomede una notte ne prese il corpo e lo seppellì sulla via Ardeatina, fuori le porte di Roma. (In Nuovo leggendario di Alfonso Villegas pp. 696 ss.)
Nel sec. X il vescovo di Parma Sigefredo fece edificare nel suburbio della città di Parma un piccolo monastero e la chiesa di San Paolo (Abbazia di S. Felicola) “hoc cenobium paucarum virginum et Liudae abbatissae sacntissimae” sotto la regola di San Benedetto. Quindi portò solennemente le reliquie di Santa Felicola, discepola di San Pietro, traslandole dalla chiesetta a lei dedicata che sorgeva a Romolano, luogo situato sulla riva dell’Enza, di proprietà della Cattedrale. Dopo l’incendio del 1313  i beni dell’abbazia (tra cui le reliquie di S. Felicola) passarono alla chiesa S. Sepolcro e quivi tumulate in un urna barocca presso l’altare maggiore.

Il 4 marzo del 1944 Maria Valtorta ebbe la visione del martirio delle Sante Petronilla e Felicola che lei chiama Fenicola di seguito ne riportiamo il contenuto ... buona e santa lettura!

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