"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Le sante, vergini consacrate, del mese di Luglio


 6 Luglio sec. IV Santa Ciriaca o Domenica di Tropea 
10 Luglio sec. III Santa Anatolia Patrona di Castel di Tora, Gerano, Sant'Anatolia di Borgorose,
                                                  Telti,  Tussio,, Sant'Anatolia di Narco. 
10 Luglio 257 Sante Rufina e Seconda
20 Luglio 290 Santa Margherita o Marina Patrona di Montefiscone (VT) e Licodia Eubea (CT)


Sante Rufina e Seconda 10 Luglio  257


Le sante Rufina e Seconda, secondo la tradizione agiografica, erano due giovani sorelle cristiane di nobile famiglia romana, a Trastevere, in Via della Lungaretta, esiste ancora un antico monastero a loro intitolato e che si dice edificato sul luogo della casa natale.
 Il padre, senatore Asterio, le aveva promesse in spose a due suoi correligionari, Armentario e Verino. Questi ultimi, quando gli imperatori Valeriano e Gallieno diedero nuovo impulso alle persecuzioni anticristiane, rinnegarono la loro fede invitando anche Rufina e Seconda a farlo. Ma le due sorelle scelsero di votarsi alla verginità e, di fronte ai  loro dinieghi, le denunciarono alle autorità. Le giovani tentarono di fuggire e raggiungere l'Etruria, ma vennero arrestate e condotte dinanzi al prefetto Giunio Donato il quale, dopo averle sottoposte a vari tormenti per convincerle ad apostatare, le condannò a morte. Rumina e Seconda furono condotte in un bosco chiamato Silva Nigra sulla via Cornelia, al nono miglio da Roma ", Rufina venne decapitata, mentre Seconda fu picchiata fino alla morte e lasciate insepolte. Plautilla, matrona romana, dopo un sogno, provvide alla loro sepoltura in quello stesso luogo dove, sotto Giulio I e poi Papa Damaso tra il 336 e il 384, fu dedicata una Basilica ."Sylva Nigra" divenne "Sylva Candida", per la presenza di insigni martiri.
Attorno alla Basilica delle Sante Rufina e Seconda o di Selva Candida si formò una vera e propria città. Nel V secolo venne elevata a sede episcopale: A questa chiesa si fa riferimento nei diplomi pontifici anche oltre l'XI secolo, essendo divenuta Cattedrale della diocesi di Lorium, che presumibilmente ebbe un suo Vescovo proprio per provvedere alla quotidiana celebrazione dei sacri misteri nei tre santuari del territorio (sante Rufina e Seconda, san Mario e compagni e san Basilide). Sotto Callisto II (1119 - 1124) venne unita a quella suburbicaria di Porto, che assunse il nome di diocesi di Porto-Santa Rufina. Dopo le vicissitudini medioevali con le devastazioni saracene, dei pirati e l'abbandono delle terre, nel 1153 il Cardinale Conrado, futuro Papa Anastasio IV, rinvenne sotto l'altare della Basilica restaurata i resti delle due Martiri, che fece trasportare nel Battistero Lateranense dedicò loro una Cappella nell’altare di sinistra dell’atrio, di fronte a quello dei ss. Cipriano e Giustina, dove riposano tuttora
 L'ubicazione dell'antica Basilica, pur con qualche difficoltà, è da individuare sulla via Boccea (loc. Porcareccina),  ove vi è una piccola Cappella restaurata e custodita gelosamente dalla famiglia Marsicola.

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