14 giugno 853 Santa Degna di Cordova
17 giugno sec. I - II Sante Ciria, Musca e compagne di Aquileia
23 giugno 258 Santa Agrippina - Patrona di Mineo
28 giugno 210 ca. Santa Potamiena d'Alessandria
Santa Oliva di Palermo 10 Giugno 46317 giugno sec. I - II Sante Ciria, Musca e compagne di Aquileia
23 giugno 258 Santa Agrippina - Patrona di Mineo
28 giugno 210 ca. Santa Potamiena d'Alessandria
Dopo che
Roma fu saccheggiata, nel 410, dai visigoti di Alarico (395-410) e poi, nel
455, dai vandali di Genserico (428-477), definitivo fu il declino dell’Impero
romano d’Occidente. In questo periodo storico i Vandali, convertitisi
all’arianesimo, assoggettarono gli antichi territori dell’Impero e attivarono
un’accanita persecuzione anticattolica in Sicilia e in Africa settentrionale in
particolare a Cartagine, attuale sobborgo di Tunisi. Lo storico della persecuzione vandalica in Africa, il vescovo Vittore di
Vita, nella sua Historia
pesecutionis Africanae Provinciae, temporibus Geiserici et Hunirici regum
Wandalorum, sec. V, informa che sotto i re ariani molti cristiani
dell'Africa proconsolare, per la fede nella Santa Trinità, ebbero a soffrire atroci
tormenti. Erano prese di mira specialmente le donne appartenenti alla nobiltà,
che venivano denudate e fustigate in pubblico fino a farle morire dissanguate.
G. Serenario, Reclusione di Sant' Oliva (sec. XVIII) Chiesa S. Francesco di Paola - Palermo
G. Serenario, Reclusione di Sant' Oliva (sec. XVIII) Chiesa S. Francesco di Paola - Palermo
In
questo contesto storico si inserisce la storia della giovane Oliva: nata a
Palermo da nobile famiglia
cristiana. All'età di 13 anni a motivo della sua fede fu esiliata
a Tunisi. Costretta a vivere tra i mendicanti, soffrendo la fame, la sete, il
freddo, la nudità; guarì due storpi e li
battezzò nel nome della Santa Trinità. Quando questi cominciarono a
testimoniare pubblicamente la loro fede, furono arrestati ed uccisi
atrocemente. Oliva, invece, fu condotta con disprezzo in giro per la città e poi
abbandonata in un luogo deserto in preda agli animali feroci. Alcuni
cacciatori, accortisi della fanciulla, tentarono di insidiarla ma con la forza
della sua parola Oliva riuscì a convertirli alla fede. Saputo ciò il
governatore la fece riportare in città, la rinchiuse in carcere con l’intento
di farla abiurare. Flagellata, scarnificata
sull’aculeo, immersa in una caldaia di olio bollente e nelle fiamme, infine, per la sua fermezza fu decapitata il 10 giugno 463 mentre la sua anima saliva in cielo sotto forma di colomba.
A Tunisi esiste una moschea che porta il nome in arabo di “Moschea
dell'oliva”, dedicata alla santa: questo perché in quel luogo era stata eretta
una chiesa, che poi i musulmani adattarono in moschea, lasciandone però invariato
il nome. Si sa che nel 1402 il
re Martino I lo richiese al Califfo Abû Azir, ma ne ebbe un rifiuto, poiché
ancora oggi i tunisini, presso i quali è ancora oggi venerata, credono che la
loro religione e la loro dominazione tramonterà quando sarà ritrovato il Corpo
della Vergine Oliva. Ma secondo una vetusta tradizione il
suo corpo fu trafugato da alcuni cristiani e portato a Palermo per essere
religiosamente seppellito. Quel luogo è stato identificato dallo storico
Agostino Inveges, presso Casa Professa o, secondo altri, nella chiesetta a lei dedicata
fin dal 1310 a fianco della Chiesa di S. Francesco di Paola.
Sant’Oliva
non è citata nei martirologi romani, tuttavia è ricordata nell'antico Breviario
Gallo-Siculo del sec. XII e nel Breviario Cefaludese. In un’antica tavola, custodita nel Museo
Diocesano di Palermo, appare dipinta la sua immagine con i santi Elia, Rosalia
e Venera. Fanno memoria di lei anche il Martirologio Siculo di P. Ottavio
Caietano S.J. (1617) e il
Martirologio Palermitano del canonico Antonio Mongitore (1742).
Fu iscritta nel Calendario Palermitano dal Cardinale Giannettino Doria nel 1611
e celebrata dalla Chiesa Palermitana fino al 1980 come Memoria obbligatoria;
dal 1981 è stata espunta dal Calendario Liturgico Regionale, ma nella Città di
Palermo può essere sempre celebrata con il grado di Memoria facoltativa. Le è
stata dedicata una Parrocchia della Città nel 1940, mentre il culto è vivo a
Pettineo ( ME ) e a Raffadali ( AG ), ove è Patrona principale e nella Chiesa
Cattedrale di Tunisi, a Lei intitolata dal 18 maggio 1890.
Si ringrazia sentitamente per la
collaborazione Ugo Russo autore, tra l’altro, del sito http://www.santaoliva.diocesipa.it/Index.htm
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