Sala d'Ercole - Palazzo reale dei Normanni (Palermo) Sede dell'Assemblea regionale |
A pochi giorni dal voto nella regione autonoma
siciliana è bello e interessante cercare in giro su giornali, tv o siti
internet informazioni su quanto sta succedendo. La sensazione che pervade chi
si interessa è chiara: si sta muovendo qualcosa di grande. La Sicilia, come e
più di altri territori italiani, soffre l’acuirsi della crisi, dopo decenni di
scempi e di mancati interventi. Servizi essenziali carenti, una classe
dirigente spesso inadeguata e costosissima, il controllo pervasivo della mafia
collegata a doppio filo con imprenditori e politici, un popolo che soffre più o
meno rassegnato e un pugno di uomini e donne che per fede o per sacrosanti
ideali di giustizia combattono e spesso soccombono nella loro quotidiana lotta in
favore del bene comune e in difesa della propria dignità.
Finalmente anche i vescovi siciliani hanno fatto
sentire forte la loro voce di richiamo alla giustizia, prima forma di amore nei
confronti dei deboli. Fra i dieci che si
candidano a presidente regionale e fra i partiti che li sostengono molte facce
già viste, molte storie opache. Pochissimi hanno coraggio di mostrarsi in
pubblici comizi, in una Sicilia già da mesi in ebollizione. Che la misura sia
colma? Che la gente si ribelli all’idea di vendere il proprio voto e la propria
dignità per pochi euro, per la promessa di un evanescente lavoro, di un tozzo
di pane per un familiare? Che i giovani si siano stancati di doversene andare,
stranieri a casa propria? Che il silenzio paziente di una moltitudine di donne
si trasformi in invocazione di libertà? Libertà dalla paura, dalla precarietà
del futuro. Una cosa è certa: ho letto centinaia e centinaia di commenti su
blog e forum di persone da tutta Italia (e dall’estero!) che guardano, sperano,
fanno il tifo, pregano per i siciliani: è come se la riscossa e la speranza per
l’Italia intera dipendesse da quanto succederà nei prossimi giorni in questa
bella e martoriata regione. Sarebbe l’occasione di riscattare la scandalosa
uniformità dei 61 seggi su 61 del 2001, di rispondere a quelli che sono più che
sospetti riguardo alla trattativa stato-mafia, di reagire alla desertificazione
dei posti di lavoro, dall’agricoltura a Termini Imerese.
La strada da imboccare è quella dell’unità e della
responsabilità dei siciliani. Nessuno spazio alla delega per l’ennesimo
politico con la speranza che sia meno peggio dell’ultimo eletto. Cessare di
aspettare qualche magica soluzione, qualche deus
ex machina che immancabilmente deluderà le aspettative, ma impegnarsi in
prima persona, in un ambito, in un settore, insieme ad altri cittadini, a
partire dal proprio quartiere, dalla propria città. Per un cristiano l’esigenza
di prendere a cuore la propria città è ancora più forte: basta rileggere l’incipit della Gaudium et spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce
degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono,
sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di
Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.”
Tutto ciò può concretamente tradursi
nell’unire le intelligenze per risolvere i problemi; condividere conoscenze ed
esperienze; impegnarsi nella e per la polis
all’insegna della gratuità. Che ci sia fra i candidati qualcuno che al di là
delle parole dia segni concreti di presa di distanza dal potere in quanto tale
(autolimitandosi nella durata di questo servizio) e dai privilegi economici che
esso comporta (autolimitando da subito lo stipendio), è un ottimo segnale. Così
come un ottimo segnale sono le piazze colme di molte città piccole e grandi:
piazze piene di gente normale e onesta che desidera il cambiamento e che forse
non si rende conto che già trovandosi insieme, discutendo dei comportamenti
giusti o sbagliati, delle possibilità che si aprono e divengono possibili nel
momento che sono volute da tanti, il cambiamento lo sta già attuando!
* Emanuela
Buccioni, consacrata ov dal 2003, vive a Terni. Laureata in Ingegneria dei
materiali e in Teologia Biblica, insegna nella scuola statale e svolge da anni
il servizio di segretaria del consiglio pastorale della diocesi di Terni Narni
Amelia.
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