"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Elezioni in Sicilia viste dal “continente”

di Emanuela Buccioni *

Sala d'Ercole - Palazzo reale dei Normanni (Palermo)
Sede dell'Assemblea regionale
A pochi giorni dal voto nella regione autonoma siciliana è bello e interessante cercare in giro su giornali, tv o siti internet informazioni su quanto sta succedendo. La sensazione che pervade chi si interessa è chiara: si sta muovendo qualcosa di grande. La Sicilia, come e più di altri territori italiani, soffre l’acuirsi della crisi, dopo decenni di scempi e di mancati interventi. Servizi essenziali carenti, una classe dirigente spesso inadeguata e costosissima, il controllo pervasivo della mafia collegata a doppio filo con imprenditori e politici, un popolo che soffre più o meno rassegnato e un pugno di uomini e donne che per fede o per sacrosanti ideali di giustizia combattono e spesso soccombono nella loro quotidiana lotta in favore del bene comune e in difesa della propria dignità.
Finalmente anche i vescovi siciliani hanno fatto sentire forte la loro voce di richiamo alla giustizia, prima forma di amore nei confronti dei deboli.  Fra i dieci che si candidano a presidente regionale e fra i partiti che li sostengono molte facce già viste, molte storie opache. Pochissimi hanno coraggio di mostrarsi in pubblici comizi, in una Sicilia già da mesi in ebollizione. Che la misura sia colma? Che la gente si ribelli all’idea di vendere il proprio voto e la propria dignità per pochi euro, per la promessa di un evanescente lavoro, di un tozzo di pane per un familiare? Che i giovani si siano stancati di doversene andare, stranieri a casa propria? Che il silenzio paziente di una moltitudine di donne si trasformi in invocazione di libertà? Libertà dalla paura, dalla precarietà del futuro. Una cosa è certa: ho letto centinaia e centinaia di commenti su blog e forum di persone da tutta Italia (e dall’estero!) che guardano, sperano, fanno il tifo, pregano per i siciliani: è come se la riscossa e la speranza per l’Italia intera dipendesse da quanto succederà nei prossimi giorni in questa bella e martoriata regione. Sarebbe l’occasione di riscattare la scandalosa uniformità dei 61 seggi su 61 del 2001, di rispondere a quelli che sono più che sospetti riguardo alla trattativa stato-mafia, di reagire alla desertificazione dei posti di lavoro, dall’agricoltura a Termini Imerese.
La strada da imboccare è quella dell’unità e della responsabilità dei siciliani. Nessuno spazio alla delega per l’ennesimo politico con la speranza che sia meno peggio dell’ultimo eletto. Cessare di aspettare qualche magica soluzione, qualche deus ex machina che immancabilmente deluderà le aspettative, ma impegnarsi in prima persona, in un ambito, in un settore, insieme ad altri cittadini, a partire dal proprio quartiere, dalla propria città. Per un cristiano l’esigenza di prendere a cuore la propria città è ancora più forte: basta rileggere l’incipit della Gaudium et spes: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.”
Tutto ciò può concretamente tradursi nell’unire le intelligenze per risolvere i problemi; condividere conoscenze ed esperienze; impegnarsi nella e per la polis all’insegna della gratuità. Che ci sia fra i candidati qualcuno che al di là delle parole dia segni concreti di presa di distanza dal potere in quanto tale (autolimitandosi nella durata di questo servizio) e dai privilegi economici che esso comporta (autolimitando da subito lo stipendio), è un ottimo segnale. Così come un ottimo segnale sono le piazze colme di molte città piccole e grandi: piazze piene di gente normale e onesta che desidera il cambiamento e che forse non si rende conto che già trovandosi insieme, discutendo dei comportamenti giusti o sbagliati, delle possibilità che si aprono e divengono possibili nel momento che sono volute da tanti, il cambiamento lo sta già attuando!

* Emanuela Buccioni, consacrata ov dal 2003, vive a Terni. Laureata in Ingegneria dei materiali e in Teologia Biblica, insegna nella scuola statale e svolge da anni il servizio di segretaria del consiglio pastorale della diocesi di Terni Narni Amelia.

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