"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Articolo OV sul Settimanale Diocesano Agire

Articolo scritto mercoledì, 28 aprile 2010

Marianna, vergine consacrata della diocesi Salerno-Campagna-Acerno, ha scritto sul Settimanale  Diocesano Agire una sintesi sul seminario OV svoltosi a Roma il 13-14 febbraio 2010. Con gioia ed entusiasmo condivide con noi l'arricchente esperienza vissuta in quei giorni  e di questo la ringraziamo di cuore. 
QUANDO L’UOMO RISCHIA DI DIVENTARE UNA TROTTOLA
Agire 21.03.2010

“Marta, Marta, tu ti agiti e ti affanni per molte cose…” (Lc 10,41): quante volte anche noi cristiani impegnati in parrocchia o in movimenti, sacerdoti e consacrate compresi, ci sentiamo sballottati dai flutti di mille proposte e progetti, tutti belli e giusti, indaffarati per far fronte alle tante emergenze e per stare al passo con i tempi, senza aver ben chiara in mente la direzione e l’obiettivo da raggiungere!
Alle vergini consacrate, che sono immagine della Chiesa Sposa e richiamo ad un cammino esigente di vita cristiana per ogni battezzato, Mons. Emilio Aspromonte, Delegato per l’Ordo Virginum della diocesi di Cosenza-Bisignano, nel suo efficace intervento al seminario nazionale di approfondimento sul “volto ecclesiale della vergine consacrata”, ha ricordato le parole dell’omelia proposta dal Pontificale Romano: “occupatevi delle cose del Signore”. Cioè, il primo servizio per la Chiesa ed i fratelli è la preghiera. E il rito di consacrazione delle vergini suggerisce anche due intenzioni particolari, oggi quanto mai urgenti: la propagazione della fede, che è il fine specifico della Chiesa attraverso l’evangelizzazione e la catechesi, e l’unità dei cristiani, sintesi dell’appassionata preghiera rivolta da Gesù al Padre il giovedì santo (“perché tutti siano una sola cosa”: Gv 17,21). Se dopo duemila anni ancora non riusciamo ad essere una “cosa sola” e continuiamo a scandalizzare con la contro-testimonianza delle nostre fratture e lacerazioni…forse non basta una settimana annuale di preghiera per l’unità dei cristiani ma occorre un impegno costante per la comunione!
Quindi, “tra le dimensioni essenziali e qualificanti della vita e del volto della Chiesa”, individuate dall’accurata analisi di Mons. Aspromonte, c’è senz’altro la comunione, cioè la ricerca continua dell’unità ad immagine e somiglianza del Dio Uno e Trino, “mettendo in evidenza l’amore, perché è l’amore reciproco che rende credibile l’annuncio”. L’invito appassionato del relatore è stato quello ad “amare per primi, come il Padre; amare anche a costo del sacrificio, anche a costo di dare la vita goccia dopo goccia, come il Figlio; amare con la fantasia dell’amore, dando fiducia e speranza, come lo Spirito Santo”: questo deve essere il programma del cristiano che, pur consapevole della frammentazione presente addirittura nel proprio cuore, lotta per costruire l’unità nella Chiesa!
Un’altra dimensione da promuovere ed esprimere con maggiore incisività ed efficacia è sicuramente l’animazione vocazionale: infatti, “la Chiesa, come comunità di ‘chiamati’, è vocazionale finanche nel suo nome”! Perciò, “con la testimonianza di una scelta coraggiosa e contro-corrente, con l’attenzione ad ogni persona, le vergini consacrate sono chiamate ad aiutare ciascuno a scoprire la vita come vocazione, come chiamata e risposta”. Nella generale confusione di valori e modelli si insinua subdolamente il rischio di una cultura a-vocazionale (cioè priva di vocazione), di un “Pantheon che propone tante divinità…ma qual è il Dio degli dei?”. Proprio dall’esame della realtà che ci circonda nasce la consapevolezza dell’importanza di una maggiore attenzione alla Missione, “come corresponsabilità di tutti i battezzati e necessità di una nuova evangelizzazione”. “La Chiesa, quando prende coscienza di sé diventa missionaria” (cfr. Paolo VI), e la vergine consacrata, richiamo costante alle realtà celesti, “deve aiutare la Chiesa ad essere se stessa”. E, sull’esempio di Colui che è venuto per servire e non per essere servito, non si può certo trascurare la dimensione del Servizio: “chi ama si fa dono e la vergine consacrata è chiamata ad essere mano operosa della Chiesa locale e voce della Sua preghiera, espressione della sua misericordia nell’attenzione per l’uomo, tempio di Dio, perché in ogni persona c’è il volto dello Sposo tanto amato”.
Grazie ai quattro punti cardinali della comunione, vocazione, missione e servizio e alla vela della preghiera, spiegata al soffio dello Spirito Santo, la barca della Chiesa non potrà che procedere sicura, anche in mezzo alle tempeste, per approdare alla meta dove Gesù, Signore e Maestro, l’attende per l’eterna festa di nozze.

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