"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

La vita di Asia Bibi .... tra speranza e preoccupazione

Articolo scritto venerdì, 14 gennaio 2011

asiabibi420-420x0Il verdetto che condanna la donna alla pena capitale è giunto il 7 novembre, quasi 18 mesi dopo il suo arresto a seguito di una discussione con alcune colleghe di lavoro in cui ha difeso la propria religione.

Dopo la sentenza, il Governatore del Punjab, Salman Taseer, si è espresso pubblicamente contro questa decisione e a motivo di ciò è stato ucciso.

Il marito di Asia Bibi ha potuto visitarla nel carcere di Sheikhupura, nei pressi di Lahore, il capoluogo del Punjab. Come riportano fonti dell'agenzia Fides (12 gennaio), la donna è stanca e preoccupata e si sente costantemente in pericolo. “Chi ci proteggerà adesso? Siamo tutti in pericolo”, ha detto la Bibi in reazione alla morte del governatore Tasser. La sua preoccupazione non è per nulla esagerata. Secondo il capo dell'associazione che assiste la famiglia della donna - la Masihi Foundation -, Haroon Bsrket Masih, “oggi ci sono 10 milioni di potenziali killer di Asia. Taseer è stato ucciso; il ministro Shahbaz Bhatti o l’ex ministro Sherry Rehman sono stati condannati a morte dagli estremisti”. L'imam della moschea di Mohabat Khan (la più grande di Peshawar), Maulana Yousuf Qureshi, ha offerto una ricompensa di 500.000 rupie (circa 4.500 euro) per chiunque uccida la donna (AsiaNews, 4 gennaio).
L'atmosfera in Pakistan si fa sempre più incandescente. E vanno dunque prese sul serio le minacce di morte dirette contro il ministro per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti, e l'ex ministro ed attuale deputata Sherry Rehman, che alla fine di novembre ha presentato una proposta di revisione della legge sulla blasfemia. “Oggi viviamo tempi particolarmente difficili in cui ogni cittadino liberale in Pakistan rischia di essere ucciso dai fanatici”, ammette Peter Jacob, segretario della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale del Pakistan (Fides, 13 gennaio).

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