"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

IV Domenica del tempo ordinario anno A

Articolo scritto sabato, 29 gennaio 2011

bibbia , candela, drappo in corniceIV Domenica del tempo ordinario

Dal vangelo secondo Matteo 5,1 - 12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». 


8 beatitudini! Ma saranno ancora attuali? In giro non si vedono mica tante persone così beate!!
Eppure leggendole bene… non sembra che parlino di una beatitudine per chi sta sulla terra!
Il Regno dei Cieli, consolazione, sazietà,misericordia, vedere Dio, essere chiamati figli di Dio, una grande ricompensa nel Regno dei Cieli… tutte beatitudini che riguardano il futuro, il Paradiso… e adesso?
Adesso non ci tocca proprio niente? Ah si, ce n’è una che dice “Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.” Ma che vorrà dire in pratica essere miti? Forse essere sempre buoni e accondiscendenti con tutti (in pratica essere quasi scemi) in modo da non litigare mai con nessuno?

Tempo fa ho letto la traduzione in francese di questa beatitudine “Heureux les doux” che tradotto letteralmente sta per “Beati i dolci, i teneri” … cioè… vuol dire che erediteranno la terra coloro che sono capaci di tenerezza, capaci di donare affetto e attenzioni, coloro che amano ascoltare gli altri vedendo in essi un dono o una risorsa, coloro che sono ancora capaci di meravigliarsi ed emozionarsi per un sorriso o per una carezza, per un fiore di campo o un arcobaleno!
I veri padroni della terra non sono quindi coloro che hanno una poltrona regale o in parlamento, non sono coloro che hanno tante persone alle loro dipendenze e dirigono l’economia non sono coloro che sono pieni di soldi o proprietà e credono di poter acquistare tutto con i soldi… anche l’amore … no!
I veri padroni sono le persone capaci di tenerezza, le persone capaci di amare in maniera pura e disinteressata.
Evelissima
 

4 commenti:

Ordo Virginum Sicilia ha detto...

#1 29 Gennaio 2011 - 23:44

i miti sono coloro che non si adirano, che non invidiano, non provano rabbia, depongo lo sdegno e l'asprezza verso gli altri, confidano nel Signore e sperano in Lui. è l'intima relazione che hanno con il Signore che li fa porre così nei confronti degli altri, soprattutto dei malfattori e dei malvagi, creando sempre in ogni occasione comunione, fraternità e non divisione e contese.

Felice

Ordo Virginum Sicilia ha detto...

#2 29 Gennaio 2011 - 23:52

Comme la béatitude sur les pauvres en esprit, celle sur les doux vise également une attitude spirituelle qui dispose au bonheur. Sa formulation se retrouve presque littéralement dans le Psaume 37, au verset 11: « Mais les humbles posséderont le pays, ils jouiront d'une paix totale. » D'ailleurs tout ce psaume mérite d'être lu en entier car il présente un large éventail d'attitudes et de comportements qui éclairent la signification de la « douceur ». Celle-ci a une nette affinité avec l'humilité. Dans ce psaume, on oppose le juste à l'impie: le premier vit en communion et en harmonie avec la volonté de Dieu tandis que le second, en s'en éloignant, accumule méchanceté et injustice vis-à-vis des gens de pauvre condition: « L'impie intrigue contre le juste, contre lui il grince des dents. Mais le Seigneur rit de lui, car il voit venir son jour. » (vv. 12-13) L'auteur du psaume, probablement un sage, invite le juste à la patience, à l'humilité et à la confiance en Dieu qui saura remettre à chacun son salaire: « Reste calme, près du Seigneur, espère en lui; ne t'enflamme pas contre celui qui réussit, contre l'homme qui agit avec ruse. » (v. 7) Nous sommes ici en pleine notion de rétribution.

Jésus a vécu lui-même la douceur dont il est question dans la béatitude. Il se démarque des Pharisiens dont le savoir enfle la tête d'orgueil et qui, dans leur arrogance, font peser leur pouvoir sur les petits. En effet, Jésus se présente comme un maître doux et humble de coeur: « Venez à moi, vous tous qui peinez sous le poids du fardeau, et moi je vous procurerai le repos. Prenez sur vous mon joug et mettez-vous à mon école, car je suis doux et humble de coeur, et vous trouverez le repos de vos âmes. » (Mt11,28-29) Il est capable de comprendre leurs faiblesses et de se montrer patient à leur égard. Tenant compte de leurs capacités, il cherche leur bien sans s'imposer mais en invitant à se mettre à sa suite. La douceur ne signifie pas qu'il faille se « laisser manger la laine sur le dos ». Jésus sait, quand cela est nécessaire, réagir avec vigueur contre les maîtres de la Loi, dans le but de défendre les victimes de leur pouvoir.

Dans les conseils de vie que l'on trouve dans les lettres de Paul, la douceur est toujours accompagnée d'autres qualités: « Puisque vous êtes élus, sanctifiés, aimés par Dieu, revêtez donc des sentiments de compassion, de bienveillance, d'humilité, de douceur, de patience. Supportez-vous les uns les autres, et si l'un de vous a un grief contre l'autre, pardonnez-vous mutuellement,... Et par-dessus tout, revêtez l'amour: c'est le lien parfait. » (Col 3,12-14). La douceur fait partie d'un ensemble de qualités qui font de la communauté des chrétiens et des chrétiennes un lieu de vie fraternelle, donnant ainsi le témoignage de la communion à laquelle Dieu appelle ultimement tous les êtres humains.

Source : Le Feuillet biblique 1512 (1993).

Ordo Virginum Sicilia ha detto...

#3 31 Gennaio 2011 - 00:12

I miti, la mitezza,la dolcezza, la tenerezza...sinonimi dell'Amore, l'amore che invade coloro che hanno gia un'idea di un Regno dei cieli qui, sulla terra...coloro che soffrono e rimangono muti nel silenzio assordante, nella semplicità di una voglia di amare che non ha confini, che arriva persino al perdono delle ferite più profonde, di quelle che scavano solchi nell'anima;
Quanto amore, Signore ci hai insegnato a donare, di quanta tenerezza abbiamo bisogno anche noi quando, di fronte a te nella Santissima Eucarestia, facciamo il pieno di tutto ciò che ci manca.
Beatitudine è perdono, beatitudine è gioia piena nel riconoscere di essere tue figlie predilette, generate da un'amore misericordioso che non ha confini, e che continuamente va alimentato con l'impegno che questo sublime sentimento sia sempre al primo posto nei nostri cuori, anche quando la bufera di un mondo senza Dio cerca continuamente di inghiottirci nei suoi gorghi profondi. Ma Tu hai ti sei compiaciuto nel crearci mettendo nei nostri cuori quel desiderio di Te che è già beatitudine,perché chi ti desidera ti cerca, e non riposa finché non dimora in Te.
Grazie Signore Gesù, mio beato fidanzato!

Ordo Virginum Sicilia ha detto...

#4 31 Gennaio 2011 - 00:25

Felice... se magari quando posti un commento in francese metti anche la traduzione permetti di capire anche a chi non sa la lingua. O forse il primo commento in italiano era la spiegazione?
Comunque essere miti non vuol dire non adirarsi mai, la rabbia è un'emozione che provano tutti gli esseri umani, essere miti vuol dire non farsi dominare da essa. E questo è un dono di Grazia!
Evelissima

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