"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

IV DOMENICA DI PASQUA - anno A

Articolo scritto domenica, 15 maggio 2011

 IV DOMENICA DI PASQUA 

Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.
Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.
Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

 

Gesù è la porta! No, in questo brano non dice di essere il pastore ma la porta! È a Pietro che, apparendo dopo la Resurrezione sulle rive del lago, dice “Pasci le mie pecore”.
Ed insieme a Pietro lo dice a tutti noi, in particolare ai consacrati, ma comunque a tutti i cristiani. Perché il nostro compito di cristiani è quelli di amarci gli uni gli altri, e quindi di “pascerci” a vicenda, di prenderci cura di tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino.

Ma affinchè il pastore non sia un mercenario, non sia un ladro ed un brigante deve passare per la porta, e la porta è Cristo, e dopo essere entrato nel recinto dalla porta deve uscirne insieme alle pecore sempre dalla porta.
Cioè deve entrare, uscire e condurre le pecore attraversando Cristo, facendosi uno con Lui che è Amore e gioia ma che ha vissuto da uomo anche nella povertà e nella sofferenza. Anche nella povertà e nella sofferenza possiamo diventare uno con Lui… è una porta che non ammette sconti! Ma che c’è perché possiamo avere la vita ed averla in abbondanza!!!
Evelissima

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