"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Vergine consacrata nella solitudine dell'eremo

di Lorenzina Ricci

Ho ricevuto la consacrazione il 28 maggio 1992, giovedì dell’Ascensione, per mano dell’allora Vescovo di Arezzo, Mons. Giovanni D’Ascenzi, nella chiesa del Monastero di Camaldoli.
Già d’allora, pronunciando il “Santo Proposito”, intesi esprimere la mia sequela a Cristo sotto l’unica grande Regola del Vangelo. Con il permesso del Vescovo aggiunsi alla formula antica la modalità totalmente contemplativa del ministero della Parola e della continua preghiera nel silenzio e nella solitudine con cui volevo vivere la mia consacrazione. Allo scopo consultai il liturgista padre Pelagio Visentin, incaricato alla revisione del Rito da parte del Papa Paolo VI, il quale mi assicurò che tale carisma poteva viversi anche in modo contemplativo, come si evince dal Rito stesso e dalle Premesse formulate nel Pontificale Romano. Per esprimere visibilmente nella Chiesa questa modalità, chiesi al Vescovo l’abito liturgico da indossare durante la Liturgia eucaristica.
Sono vissuta diciotto anni da sola in un casolare del Casentino Eremo del Cantico, coniugando la vita di preghiera con il lavoro d’insegnante e dedicandomi per 15 anni ad un gruppo giovanile di lettura della Parola di Dio. Più tardi il Vescovo Mons. Gualtiero Bassetti mi ha associato un'altra sorella ed è nata così una fraternità di carismi diversi con la volontà di non essere una Comunità religiosa ma una forma laica. Si tratta di un’esperienza nata nella Chiesa locale: il carisma dell’ospitalità ci rende presenti e vive nella Chiesa. Il servizio specifico ai fratelli è dato dalla preghiera, intesa come esistenza davanti a Dio. Particolare impegno è quello di aprire alla speranza, alla comprensione di valori quali il silenzio e la solitudine, e soprattutto all’EVANGELO le persone che le vicende della vita ci fanno incontrare, specialmente i più bisognosi sul piano morale ed i più tribolati. Nel frattempo sono nati altri germogli nell’Ordo Virginum della Diocesi: nuove consacrazioni, alcune delle quali ho accompagnato nella formazione per volere del Vescovo Mons. Bassetti. Certamente la vita che ognuna di noi vive nella propria realtà ci plasma in modo diverso, pur coltivando in profondità un sangue comune che possiamo chiamare appartenenza al carisma dell'Ordo Virginum.

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