"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Meditazioni festive - scaltrezza e amicizia

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C
Vangelo   Lc 16, 1-13 

Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».


Due inviti in questo brano di Vangelo: scaltrezza e amicizia.
Il padrone loda l’amministratore disonesto… ma mica perché è stato disonesto! Per quello aveva già provveduto a licenziarlo! Lo loda per la sua scaltrezza!
“I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. “ emme mm… qui ci sarebbero mille commenti da fare… quante volte, Signore, ci facciamo prendere in giro? E non è certo un bene! Conosco una Cappella dove c’è Adorazione notturna tutti i sabato notte in una zona molto frequentata dai giovani e in quella stessa Cappella ci stanno spesso delle persone “in agguato”… il primo che si innalza nella contemplazione e non si guarda attorno… si vedrà sparire la borsa!!! (Ci sono cascata anche io!!!)
Dio ci invita ad essere scaltri! Ed essere scaltri vuol dire essere attenti, vigilare!
L’altro invito è a coltivare le amicizie! E farlo utilizzando le cose di questo mondo! Non attaccandosi alle ricchezze. “perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.” Messaggio attualissimo in un mondo fatto da amicizie “usa e getta” di quelle che “mi fidanzo e non ti frequento più perché non mi servi più come compagnia per uscire” o “ti cerco solo perché ho bisogno di copiare i compiti a scuola” o “ti scrivo su facebook perché è gratis ma non mi degno mai di farti una telefonata perché costa” … amicizia??? Mah.

Gesù invece oggi ci invita a “sperperare” i beni del mondo per far felici gli amici e per farcene tanti di amici… per donare gioia agli altri. E se non sappiamo sperperare la gioia su questa terra come potremo farlo nell’altra vita dove vivremo solo di gioia e d’amore?

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