"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Meditazioni festive - cu si fa l'affari so'... ha la vita eterna!

XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno C
Vangelo  Lc 18, 9-14
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 

Cu si fa l’affari so campa 100 anni! e… in aggiunta… la vita eterna! E si! Perché se quel fariseo si fosse fatto gli affari suoi, invece che andare al Tempio e mettersi a giudicare chi gli stava intorno si sarebbe guardato un po’ dentro e poi avrebbe dettoDigiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo… ma sono comunque un peccatore, o Dio abbi pietà di me!”
E se ne sarebbe tornato a casa anche lui giustificato! E magari facendo la strada di ritorno a casa insieme al pubblicano avrebbe scoperto che in fondo non c’era molta differenza tra loro due, un po’ peccatori e un po’ innamorati di Dio e lo scambio di idee e opinioni avrebbe arricchito entrambi.
E magari il pubblicano non si sarebbe sentito così tanto peccatore ma avrebbe trovato il coraggio e la forza di cambiare.
Noi andiamo tutte le domeniche a Messa e diciamo le preghierine prima di andare a letto e prima di mangiare, ci andiamo anche a confessare e quindi ci umiliamo considerandoci peccatori ma…
sappiamo mescolarci coi peccatori? (N.B. il fariseo e il pubblicano della parabola stavano a distanza) Sappiamo uscire la sera nei posti dove stanno “gli ubriachi e i drogati” e avere gli occhi limpidi da vedere loro soltanto come persone che hanno bisogno d’affetto e di vicinanza? Sappiamo stare in mezzo ai “pubblici peccatori” i divorziati, gli omosessuali non giudicando e nemmeno “cercando assolutamente di redimerli” ma soltanto dando amicizia e sapendo che a giudicarli ci penserà Dio? E che molto probabilmente nel Regno dei Cieli “ci passeranno davanti”!!!

Evelissima

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