“Su
mangia, perché è troppo lungo per te il
cammino” (1 Re 19,7)
Abbiamo partecipato, con molto
interesse ed entusiasmo, al convegno della Vita Consacrata di Sicilia che si è
svolto dal 31 Ottobre al 3 Novembre a Carini (PA), presso il Centro di
Spiritualità S. Massimiliano Kolbe e che ha avuto come tema : “La Parola nutre la Fede e la
Speranza della vita Consacrata”.
Durante le giornate, intense e
ricche di riflessioni, i relatori hanno provocato ogni partecipante ad una
sincera e fruttuosa verifica del proprio cammino, per ripartire con maggiore consapevolezza
del dono ricevuto e con rinnovato slancio missionario.
E’ stato ampiamente sottolineato
che nella Parola la Vita Consacrata. ritrova il coraggio di sognare e la
libertà di seguire il suo Signore. Solo la Parola può rendere più fraterne le
relazioni, è dalla qualità del nostro modo di relazionarci che saremo giudicati
credibili.
La comunione fraterna, il saper
generare comunione è un biglietto di presentazione, una carta d’identità anche
per chi è chiamato, come noi consacrate dell’Ordo Virginum ad una vita di
solitudine. Non abbiamo una comunità con cui condividere ogni giornata, né una regola
comune, ma non possiamo esimerci dal percorrere la strada tracciata da P. Carlo
Aquino nel suo stimolante insegnamento. E’ una strada che prevede cinque tappe:
1. Accogliere Come accogliere ce lo ricorda S. Paolo in Rm.15,7 “ Accoglietevi gli uni gli altri come Cristo ha accolto voi per la gloria di Dio…”, cioè con lo spirito di chi va oltre il proprio naso e vede nella sorella un dono del Signore. La nostra verginità è la capacità di amare che ha le sue radici in Dio, dire si a Dio è dire Si all’amore, dire si a coloro che il Signore ci mette accanto.
2. Accettare Accettare è permettere all’altro di essere come realmente è e non una copia di ciò che siamo noi o crediamo di essere. E’ necessario accettare l’alterità, la diversità non considerandola sbagliata, il non farlo, diceva P. Aquino, vuol dire rifiutare Dio Creatore e volere la sorella simile a me.
3. Conoscersi accogliere presuppone conoscere e questo presuppone avere incontrato se stessi. Se non mi conosco non posso farmi conoscere, se non mi accetto come dono di Dio, prima di tutto un dono fatto a me stessa, non potrò conoscermi, non potrò amarmi e dunque non potrò conoscere la sorella, né farmi conoscere da lei.
4. Condividere Atti 4 “ mettevano in comune…” fare partecipi gli altri , apprezzare, valutare, stimare il lavoro dell’altra, tutto ciò ha come conseguenza l’assenza di calcolo
5. Camminare insieme. Gesù vuole entrare nelle nostre relazioni, vuole che maturiamo nel desiderio e nella costruzione di comunione, se non c’è questo non ci sarà cammino verso la Trinità, verso Dio
Queste tappe possono essere percorse liberando
progressivamente il cuore, ci sottolineava la Prof.ssa Enza Maria Mortellaro, dando
un nome alle fragilità, combattendole con la Parola. E’ necessario mettere
nello scrigno del cuore la riserva di Parola che ci farà compiere continuamente
il passaggio dalla preghiera alla vita e viceversa. Il Signore ci chiede di
tessere rapporti in cui splenda la Sua pace e mentre la chiediamo a Lui, è Lui
che ci impegna a costruirla in modo responsabile, maturo e illuminato dalla Sua
Presenza viva ed efficace in noi.
La parola, che magistralmente hanno spezzato
per noi sia P. Carlo Aquino, che la prof.ssa Enza Maria Mortellaro ha voluto
stimolarci ad una presa di coscienza: abbiamo il compito di rendere realtà un “sogno”, il sogno di Dio che vuole
regnare nelle nostre relazioni e, al di là dei difetti e delle miserie umane,
ci chiede di restare sempre Lui, il Suo amore e la Sua Parola il fondamento e
il punto di riferimento della nostra vita.
Solo così il “ bene comune”
coinciderà con il bene delle singole persone, non si perderà tempo per le
sciocchezze, i pettegolezzi, le maldicenze, le chiacchiere, i sospetti e
l’unico sospetto valido sarà quello che qualcuno non riceva la quota d’amore
che gli spetta Papa Francesco non si stanca di
ripeterci che il ruolo della Vita Consacrata, oggi, si gioca sul piano delle
relazioni, le quali devono
splendere di “intuito e affetto materno”, non si stanca di affermare che solo
nell’incontro personale con Cristo, nell’ascolto della Sua Parola,
nell’accoglienza del fratello, è racchiuso il segreto di una vita
significativa.
Che lo Spirito ci insegni sempre
più l’arte di essere vergini e madri e ci sveli il segreto di Maria S.S.,
nostra Madre e Regina perché sappiamo, sul Suo esempio, custodire, difendere,
nutrire Gesù presente in ogni volto che incontriamo.
Anna
Maria Canzoneri
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