"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Le sante, vergini consacrate, del mese di Settembre

1 Settembre sec. IV Santa Verena di Zurzach
15 Settembre sec. II Santa Melitina di Marcianopoli

16 Settembre sec. III Santa Dolcissima
18 Settembre sec. III Santa Sofia -  Patrona di Sortino
20 Settembre sec. IV Santa Candida di Ventotene
24 Settembre sec. I Santa Tecla


Santa Sofia di Sortino 18 Settembre sec. III Patrona di Sortino (SR)

Ignoto, Santa Sofia, Santa Famiglia e San Sebastiano
Olio su tela chiesa di San Sebastiano-  Sortino (SR)
si ringrazia il Dott. Raffa Francesco
per l'amicizia e la disponibilità
nel fornirmi l'immagine
Secondo una tradizione orale, Sofia nacque a Bisanzio, dopo le insistenti preghiere della madre convertitasi al cristianesimo, presumibilmente alla fine del sec. II d.C.. Il padre di nome  Costante, probabilmente governatore della stessa città, era  invece rimasto pagano. Fu lui a dare il nome alla neonata in onore alla dea della sapienza della mitologia greca. Già in tenera età  Sofia si trovò ad essere orfana di madre.  Il padre pensò allora, per custodirla da occhi indiscreti, di relegarla presso una torre sotto la tutela di una nutrice, anch’essa pagana fino all’età di dodici anni. Un giorno, la giovinetta, venuta a sapere di un santo predicatore di nome Timoteo, supplicò la nutrice di poterlo conoscere. Questi  incurante dei pericoli a cui andava incontro, si presentò a lei, la istruì sui  precetti cristiani e la battezzò quindi le donò una immagine di Gesù crocifisso con Maria e l’apostolo Giovanni.  Nei colloqui intimi col suo Signore un giorno, dinanzi alla suddetta immagine, Sofia sentì  l’invito di servirlo nella verginità. Accogliendo tale invito, durante una visione Gesù le disse: “[ ….] Ti ho eletto mia sposa. Prendi questo anello ingemmato che sarà per te la corona dell’eterna felicità”.  Da quel  momento in poi  la torre era diventata il suo talamo nuziale e la sua vita una perenne lode nella contemplazione dello Sposo celeste. Il padre avvertito della sua conversione, la interrogò sperando di farla abiurare ma, non riuscendo nel suo intento, la sottopose alla flagellazione e la rinchiuse in carcere, ma alcune guardie cristiane la liberarono.  Sofia  decise quindi di imbarcarsi approdando presso le coste siracusane. Qui guarì uno zoppo nel nome di Gesù che chiedeva l’elemosina invocando gli dèi pagani e lo sollecitò a credere che solo il Dio Uno e Trino può provvedere a chi è nel bisogno. Poi,  per allontanarsi dai plausi degli uomini scelse di vivere nella solitudine in una di quelle caverne situate nel territorio di Pantalica.
Il prefetto di Pantalica, Marziale, venuto a sapere della santità della giovane donna, si attivò nelle ricerche ed interrogati due pastori, uno ne rivelò la dimora. Marziale presentatosi a lei, afferrandola per i capelli, la costrinse ad uscire dalla caverna obbligandola a ritornare in patria. Qui subì, dinanzi al padre, il supplizio della graticola e poi della decapitazione il 18 settembre del 221 all’età di 29 anni. Il popolo astante  rimase commosso per la testimonianza coraggiosa di Sofia ed iniziò a venerarne la memoria. Il padre, pentitosi  per l’oltraggio perpetrato tre anni dopo si convertì al cristianesimo.
Il culto della Santa è attestato fin dal sec. X con l’insediamento dei bizantini in Sicilia. Con la famiglia aristocratica dei Gaetani il culto, fino ad allora praticato fuori l’abitato presso la chiesa S. Sofia A RRASSU” (di fuori), in Contrada Rosso, si rafforzò nel sec. XVI con l’erezione di una chiesa nell’abitato di Sortino, in provincia di Siracusa. Dopo il devastante terremoto del 1693, che colpì la costa orientale della Sicilia e distrusse anche Sortino, il marchese Pietro Gaetani  si attivò nella sua ricostruzione riedificando la chiesa in stile barocco.
La Parrocchia San Nicolò di Zafferia, nel messinese, custodisce un dipinto del 1300 raffigurante la Santa in abiti monastici, mentre nella chiesa di San Sebatiano a Sortino si trovano due quadri raffiguranti: la Santa  insieme ad altre sante vergini e l’altro dinanzi alla Santa Famiglia.
Sebbene non sia annoverata nel Martirologio Romano, il 29 Agosto 1538 il Regno di Sicilia rese esecutivo il Breve Pontificio di Papa Paolo III dell’11 Marzo 1535 che “confermava” S. Sofia quale Patrona e Tutelare di Sortino.
La festa inizia il 30 Agosto con una solenne Novena e la celebrazione eucaristica, presieduta a turno dai parroci della arcidiocesi. Segue il Triduo. Nel pomeriggio dell’’8 Settembre l’“Esposizione” della statua della Santa, all’alba del 9 il pellegrinaggio, prima all’Eremo di Santa Sofia (Santa Sofia a 'rassu' in contrada Rosso, che custodisce la grotta dove la Santa secondo la tradizione si rifugiò),  e poi nella chiesa a lei dedicata nel centro storico di Sortino. A mezzogiorno spari a salve ricorderanno la sua condanna a morte, poi nel pomeriggio dalla chiesa di San Pietro la processione del reliquiario argenteo  portata a spalla dalle devote fino alla chiesa di Santa Sofia dove viene celebrata la Santa Messa e si venerano le due reliquie (una nel reliquiario argenteo a forma di braccio e l’altra in un mezzo busto raffigurante la Santa). Il mattino del 10, nella chiesa di S. Sofia, il solenne Pontificale, presieduto dall’Arcivescovo della Diocesi di Siracusa, e la “Sciuta (= Uscita)”, non più lo sparo di “zavareddi” (=  carte multicolori) ma, tra lo scampanio, il lancio di 4 colombi bianchi e 200  palloncini colorati, l’uscita della piccola “varetta” contenente il braccio reliquiario della Santa, portata a spalla dalle donne e la statua posta su di un fercolo (Kg 475)  portata a spalla da 32 uomini. Quindi la vendita all’incanto dei doni in natura offerti dai fedeli, la presentazione dei bambini, lo sparo di fuochi d’artificio e l’inizio della Processione verso la Chiesa Madre per la celebrazione eucaristica, la benedizione con il Braccio reliquiario e seconda processione verso la chiesa di Santa Sofia accompagnata da un variopinto gioco pirotecnico. Al termine della processione, prima che il simulacro rientri in chiesa, si saluta la Santa con  una fiaccolata, applausi e forti invocazioni da parte dei fedeli, poi il sontuoso gioco pirotecnico in Contrada Lago.
Per altri otto giorni si farà memoria della Santa con funzioni religiose, il 17 settembre terza processione verso la parte in espansione del paese con una breve stazio del fercolo presso il Monastero delle Monache Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento prima della definitiva deposizione della statua nella nicchia al lato dell’altare maggiore ed infine ultimo fuoco pirotecnico.

Si ringrazia il Parroco di Santa Sofia a Sortino Don Vincenzo Magnano per la revisione del testo

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