"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

III DOMENICA DI AVVENTO Anno B

Articolo scritto domenica, 11 dicembre 2011

III DOMENICA DI AVVENTO
Anno B


Dal vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.


Dice la filosofia orientale che le vie per arrivare all’illuminazione (no non c’entra la corrente elettrica) sono tre: Consapevolezza, consapevolezza e consapevolezza!
In pratica, è necessario essere consapevoli di ciò che si è e di ciò che si è chiamati a fare.
…e non si può dire che Giovanni non lo fosse! Sapeva bene di non essere il Cristo, di non essere Elia ecc… e non si nasconde dietro al suo apparire grande, importante, no!

Lui dice le cose per come stanno, io brillo ma la luce non è mia, io urlo ma la Parola non è la mia, io battezzo ma a liberare dal peccato non sono io!
E non si può dire che non avesse raggiunto “l’illuminazione”…addirittura “venne come testimone per dare testimonianza alla luce”!!!!
E noi?
Riusciamo, come Giovanni, prima di tutto ad essere consapevoli di ciò che siamo e a cui siamo chiamati?

Riusciamo anche quando veniamo lodati a riconoscerci testimoni di Cristo?
E a dire che il bene che facciamo lo facciamo per Lui e grazie a Lui?
O ci prendiamo lodi e applausi che non ci appartengono?
Evelissima

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