"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Le sante, vergini consacrate, del mese di Novembre

Nel 448 Germano, vescovo di Auxerre, ispiratore della vocazione verginale di Santa Genoveffa, si recò alla corte imperiale di Ravenna per sottoporre a Valentiano III la questione dell’Armorica in conflitto con il generale romano Flavio Ezio, vicario imperiale della Gallia. Germano morì a Ravenna il 31 luglio 448 e il suo corpo, secondo il suo desiderio, fu riportato ad Auxerre. Per la traslazione del corpo l’imperatore fece organizzare un corteo funebre a cui parteciparono cinque vergini sorelle: Magnanzia, Palladia, Camilla, Massima e Porcaria che si erano prese cura di Germano durante il suo soggiorno a Ravenna. Magnanzia, Palladia e Camilla non riuscirono a sostenere la fatica del viaggio e nei luoghi dove morirono furono erette cappelle e sorsero i villaggi di Sainte-Magnance, Sainte-Pallaye ed Escolives-Sainte-Camille. Porcaria e Massima riuscirono a giungere ad Auxerre parteciparono al funerale e si stanziarono in quella regione. Porcaria fu sepolta a pochi chilometri da Auxerre: sulla sua tomba fu edificata una cappella e sorse il villaggio di Sainte-Porcaire. Invece le spoglie di Massima furono conservate nell'abbazia di San Germano ma, nel 1567, gli ugonotti (calvinisti francesi) le dispersero insieme ad altre pregiate reliquie. Nel sec. IX Heiric, monaco benedettino dell'abbazia di San Germano ad Auxerre, narrò l’episodio nel suo opuscolo Miracula sancti Germani attingendo dalla Vita sancti Germani episcopi Autissiodorensis Ecclesiae (sec. V) di Costanzo di Lione.
Una Vita anonima del sec. XII (Bibliotheca Hagiographica Latina Antiquae et Mediae Aaetatis (BHL), II, p. 764, n. 5148), aggiunse che Magnanzia era nata a Civitavecchia e che la pietra che ricopriva la sua tomba, si trovava calda in inverno e fresca in estate ed era usata come sedile dai pastori. Narra, inoltre, che nel sec. VII un pellegrino si addormentò, poggiando la sua testa su un teschio di cavallo, e sognò due giovani donne di cui una era Magnanzia che lo  proteggevano da un serpente. Risvegliatosi si accorse della presenza del serpente presso il suo giaciglio e, dello scampato pericolo, rese partecipe  gli abitanti del vicino villaggio di Saint-Pierre-sous-Cordoi poi rinominato Sainte-Magnance in onore della santa. Gli abitanti accorsero,  rinvenirono il corpo  di Magnanzia e ne diedero degna sepoltura nella chiesa. Dal sec. XII le sue spoglie sono custodite in un sepolcro in pietra finemente decorato e il suo culto fu propagato dai monaci di Moutiers-Saint-Jean ai quali era annesso il villaggio di Sainte-Magnance. Nel sec. XI fu eretta una cappella sul luogo dove era morta  ma nel sec. XVIII fu distrutta. Tuttavia nel 2000, una donna del villaggio: Lucienne Picard, nel suo testamento fece una donazione per l‘erezione di una statua della santa nel luogo in cui sorgeva la cappella. La scultura è stata benedetta nel 2009 nel corso di una celebrazione che ha visto la partecipazione entusiasta degli abitanti del luogo e delle zone limitrofe.

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