di Sivia Bertozzi
Mi
è stato chiesto di fare una testimonianza, riguardo alla mia vocazione e al
legame ai dehoniani, quali le strade e i modi che mi hanno condotta qui, parte
di una famiglia accomunata dalla spiritualità dehoniana. La mia strada è stata
un po’ sui generis, nella Chiesa sono consacrata nell’Ordo Virginum e ho scelto
come corrente guida e carattere distintivo quella del Sacro Cuore con
declinazione dehoniana. Meglio, diciamo che questa corrente mi ha trovata ed io
mi ci sono ritrovata. L’incontro con Padre Dehon e il suo carisma è avvenuto
attraverso l’incontro con uno dei padri dehoniani dello Studentato per le
Missioni a Bologna che divenne in seguito mio padre spirituale. Ero all'ora in
ricerca, in uno di quei momenti in cui ci si sente addosso la maturità e la
pressione di prendere decisioni importanti, ma si è confusi riguardo alla
direzione, si ha bisogno di discernimento e ci vuole davvero una persona capace
di guidare in mezzo alle tante alternative. Che mi trovassi in Italia non era
ovvio né casuale … un grave infortunio al ginocchio con serie complicazioni
post-operatorie mi avevano fatto approdare di nuovo a Forlì/Bologna dopo anni
di permanenza estera. L’ho sempre interpretato come la mia caduta da cavallo
stile San Paolo sulla via di Damasco, e dopo il momento di incredulità
iniziale, ho benedetto il giorno in cui mi sono infortunata. Provvidenza volle
che incontrassi non solo un buon fisioterapista che mi permettesse di camminare
di nuovo dopo mesi con stampelle, ma anche un bravo esperto di discernimento
dello Spirito che mi aiutasse di fare altrettanto a livello spirituale. Di Padre Dehon sino a quel momento sapevo ben poco, se non che era fondatore della Congregazione dei padri del Sacro Cuore che si trovavano pure in Finlandia,
però scoprivo che nella mia vita un po’ in frantumi c’erano due bravi terapisti
uno del corpo e l’altro dello spirito che svolgevano il loro lavoro con amore e
dedizione … e fu proprio questa cura disinteressata, questa dedizione a perdere
che mi aprì gli occhi … questo esserci a prescindere, senza tornaconto …
generosità e solidarietà umile che spaccò qualunque resistenza. La missione
come idea la tirò fuori il fisioterapista, che ci mise il cuore e mani per
rimettermi in piedi, e che per distogliere la mente dalla sofferenza della
riabilitazione mi raccontava aneddoti sul suo volontariato in Africa al seguito
di Medici senza Frontiere … e il sacerdote ci metteva poi il tocco di grazia
illustrandomi come uno degli aspetti della Congregazione fosse appunto quello
della missione e di missioni attive ce ne erano proprio in Africa … Due uomini
col cuore grande. E in mezzo a sessioni di fisioterapia e discernimento ho
scoperto che l’amore di Dio è fatto di gesti pazienti e amorevoli, che nel Suo
Cuore avevo trovato una fonte inesauribile di grazie … era come un lento
plasmare, doloroso ma salutare. Il mio grazie si concretizzò non appena fui in
grado di camminare di nuovo quando chiesi e ottenni un anno sabbatico dal
lavoro di cui la metà speso appunto in terra di missione come insegnante di
elettrotecnica nella Scuola di arti e mestieri del Guruè, Mozambico. Partii per
dire grazie e per testare il terreno, per capire meglio in quale direzione
fossi chiamata. Partii in mezzo a nuvoloni di bufera, correnti contrarie,
sfuriate familiari … Nello stesso anno feci anche esperienza presso i due
istituti secolari legati alla famiglia dehoniana e continuai a essere seguita
nella direzione spirituale dallo stesso padre che poi partì
per il Mozambico, in missione, mentre io rientravo in Finlandia per riprendere
il lavoro. Si può dire davvero che Amor mi colse in uno dei miei viaggi di
lavoro in Irving, Texas … cominciò con un desiderio bruciante di recarmi a
Messa, che vinse pure la mia ritrosia a guidare nel dedalo di stradoni
sconosciuti e il timore di finire in quartieri degradati e che mi vide ogni
mattina all'alba affrontare l’asfalto per 30 min per giungere alla chiesa
dedicata a San Luca e retta dai Missionari del Sacro Cuore. L’episodio del giovane ricco, come lo
racconta l’evangelista Marco mi travolse
… di fronte al Suo sguardo d’amore capitolai. Ricordo la gioia e l’emozione, e
la mia prima domanda fu se c’erano le dehoniane, si la versione femminile della
congregazione … ci dovevano essere vista la bellezza della spiritualità … era
lì che volevo vivere la mia vita di consacrazione … e ricordo il disappunto e
l’incredulità, ricordo come le proposte femminili indicatemi furono i due
istituti secolari legati al carisma dove feci esperienza e non trovai la mia
risposta … Nel mio cuore il desiderio di essere missionaria, consacrata e dehoniana
erano inscindibili … lì mi sentivo chiamata, ma come realizzarlo? Intanto avevo
approfondito su Padre Dehon, la vita e il Direttorio Spirituale, l’Ecce Venio e
l’Ecce Ancilla, la riparazione con tutto lo sforzo dietro di rinnovarsi sino ad
arrivare al cuore solidale … l’oblazione, come offerta ripetuta e generosa e
come traccia di tutta la giornata … ma una spiritualità non è un mero imparare
formule o concetti … è vitale, forgia gli atteggiamenti e da una sfumatura ben
particolare alla vita cristiana. Diciamo che in quella corrente centrata nel
Cuore di Gesù ho ritrovato quel dialogo aperto con Dio,
come un canale di ricetrasmissione perfettamente sintonizzato. Con gioia ho
compreso che un carisma non è di proprietà di una congregazione … e lo Spirito
è così flessibile e mobile che va dove vuole … e va ben al di là delle limitate
capacità degli uomini … e delle mura di un convento … E di questo ringrazio
Dio, che sempre mi sorprende coi suoi modi creativi e vitali. Realizzai con
sorpresa la visione lungimirante di Padre Dehon sulla Finlandia di diritto
chiamata terra di missione e per questo i dehoniani c’erano da quasi un secolo!
Pertanto ero missionaria, non c’era dubbio, già nel mio esserci e col mio
lavoro in una terra bella, ma straniera e per molti aspetti dura e povera. In
Finlandia entrai ufficialmente nei Laici dehoniani, con la recita pubblica di
una formula semplice di appartenenza e impegno recitata durante la Messa nella
solennità del Sacro Cuore, questo per fare un passo più ufficiale dentro un gruppo
formato da persone che nel mondo vivevano l’essere cristiani colorato dalla
spiritualità del Sacro Cuore di declinazione dehoniana. E dehoniana lo ero e lo
testimoniavo con la mia vita, partecipando con gioia alla Messa quotidiana e all'Adorazione con la pratica dei Venerdì del mese, vivendo ogni giorno la mia
offerta oblativa, insegnando catechismo e visitando persone anziane e sole … ma
non avevo di fatto una famiglia … o così sembrava … E però una comunità di
appoggio ce l’avevo ed era quella dello Studentato … bastava solo rendersene
conto … e lì continuo ad attingere supporto spirituale e di comunità, grazie a
superiori aperti e lungimiranti ho potuto arricchire la mia vita partecipando
alla preghiera comune, all'Eucaristia e all'Adorazione quando di passaggio per
Bologna. Condivido con gratitudine i momenti di convivio, e di fatto la
considero mia famiglia spirituale di adozione. In questo sono benedetta. La
preghiera è sempre stata una costante della mia vita spirituale, Ufficio, Lodi,
Vespri e Compieta scandiscono le mie giornate creando spazi costanti e di luce
incastrati nella routine lavorativa. Mancava solo la consacrazione, il
desiderio di offrire la mia vita al Signore non si è mai affievolito da quel
primo si detto nella chiesetta del Texas … E finalmente grazie all'intuizione dell’allora Vescovo Padre Wróbel, dehoniano, e al discernimento paziente del mio
padre spirituale compresi che potevo consacrarmi al Signore nell'Ordine delle
Vergini Consacrate (Ordo Virginum) nella Diocesi di Helsinki con piena libertà
sulla spiritualità che desideravo seguire … strane strade apre il Signore,
quando le porte sembrano chiuse … Scelsi come giorno per la consacrazione
nell’OV proprio la solennità dal Sacro Cuore di Gesù, e chiesi e ottenni dal
Vescovo di includere una clausola al Rito di Consacrazione, dopo
la solenne preghiera di consacrazione dove il Vescovo invocava lo Spirito Santo
imponendo le mani, inserii l’Atto di Oblazione (nella forma che richiama
l’Insuper hodie) di Padre Dehon per entrare nell'Ordine delle Vergini, come
vergine consacrata nel Sacro Cuore… Voglio concludere con le parole della
preghiera di consacrazione: Sii tu per lei la gioia, l’onore e l’unico volere;
sii tu il sollievo nell'afflizione; sii tu il consiglio nell'incertezza sii tu
la difesa nel pericolo, la pazienza nella prova, l’abbondanza nella povertà, il
cibo nel digiuno, la medicina nell'infermità. In te, Signore,
possieda tutto, poiché ha scelto te solo al di sopra di tutto … E questo in
unione al Cuore di Gesù, tesoro traboccante di grazie.
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