"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

La santa, vergine consacrata, del mese di Gennaio

10 Gennaio sec. III Sante Tecla e Giustina di Lentini 
11 Gennaio sec. II (?) Santa Liberata
23 Gennaio sec. III Santa Messalina da Foligno
30 Gennaio sec. III Santa Martina


Santa Martina 30 Gennaio (sec. III)

Martina, secondo la leggenda fu una nobile romana che subì il martirio nella prima metà del III secolo sotto l'imperatore Alessandro Severo. L'Imperatore non mosse alcuna persecuzione contro i cristiani, anzi si mostrò favorevole, annoverando tra i suoi dèi anche Gesù Cristo, tuttavia, al tempo del suo impero, alcuni nutrivano un odio implacabile contro i cristiani. Ulpiano, famoso giureconsulto e Prefetto del Pretorio, fu uno di questi. Secondo la Passio, la diaconessa Martina fu arrestata per aver professato apertamente la sua fede e fu trascinata dinanzi ad una statua di Apollo e poi davanti ad una di Diana, facendo in entrambi i casi andare in pezzi la statua e crollare il tempio. Fu quindi sottoposta a tormenti e infine decapitata.
Papa Onorio I (625-638) le dedicò nei pressi del Foro Romano una chiesa. Dall'antica chiesa di Santa Martina aveva inizio la processione della Candelora, istituita da papa Gelasio (+ 496) che per primo, proprio da questa chiesa, distribuì i ceri benedetti al popolo di Roma.
Nel 1588  papa Sisto V concesse l’edificio all’Accademia del Disegno di San Luca che ne entrò in possesso chiamandosi così chiesa di San Luca in Santa Martina.
 Chiesa dei Santi Luca e Martina,  presso i Fori Imperiali a Roma
Nel 1623 Pietro da Cortona realizzò i primi studi architettonici documentati e nel 1634, si offrì di procedere a sue spese alla ricostruzione iniziando dalla cripta. Durante gli scavi nell’area della vecchia chiesa si rinvennero le spoglie sia della santa che di altri martiri poi identificati con quelli di Concordio ed Epifanio e di un terzo definito "socius".
L’episodio suscitò commozione ed entusiasmo tanto che Urbano VIII (1568 - 1644) si recò a rendere omaggio alla santa.  Questi, inoltre, si impegnò nel contributo finanziario all’impresa di ricostruzione e fissò al 30 gennaio il giorno festivo della santa elevandola a compatrona di Roma. Infine compose l'elogio, con l'inno: "Martinae celebri plaudite nomini, Cives Romulei, plaudite gloriae", che invitava ad ammirare la santa nella vita immacolata, nella carità esemplare e nella coraggiosa testimonianza resa a Cristo col martirio.
Pietro da Cortona trasformò la cripta, rendendola una delle cappelle più sontuose della città. La chiesa superiore, San Luca, aperta al culto, appartiene all’Accademia di San Luca. La chiesa inferiore, cui si accede dal lato sinistro dell'altare maggiore di San Luca, è affidata al Conservatorio di Sant’Eufemia, è dedicata a Santa Martina. I resti, sono sotto l’altare in bronzo dorato, nel sacello centrale della chiesa sotterranea dei Ss. Luca e Martina al Foro Romano. La testa di S. Martina si conserva nel Monastero di S. Eufemia (Via G.A. Guattani) in un reliquiario antropoformo in argento dorato. Il donatore fu Pietro Berrettini da Cortona.
Nel 1730 il cardinale Tommaso Caracciolo, della famiglia dei duchi di Martina, pochi mesi prima di morire, in segno di affetto volle donare alla città natale, alcuni frammenti ossei della Santa, in un prezioso reliquiario d'argento, provenienti dalla chiesa dei Santi Luca e Martina di cui aveva il titolo cardinalizio. Santa Martina fu dichiarata patrona secondaria di Martina Franca.
“ma la S. Verginella che ai piaceri e diletti mondani, ed alle vane speranze della terra anteponeva la Divina grazia, la sua verginale purezza, e la speranza dei beni eterni del cielo, illuminata da Dio, e confortata dal suo possente aiuto seppe disprezzare tutto ciò che di lusinghiero le offriva il mondo e chi tentava di sedurla; e non temé di perdere con un generoso martirio la vita per restare fedele al celeste suo Sposo, nelle cui braccia amorose andò a godere gioie eterne”. (Dagli Annali Ecclesiastici del Baronio).

Nessun commento:

Posta un commento

Ti ringraziamo per il tuo intervento, ti invitiamo a firmarlo .... almeno il nome. Se inerente al tema, sarà pubblicato quanto prima. Avvertiamo che i commenti con links pubblicitari non verranno pubblicati.