"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

XXVIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C

Articolo scritto venerdì, 08 ottobre 2010

 XXVIII Domenica  del Tempo Ordinario - Anno C

lectio_divina fotoDal vangelo secondo Luca -  Lc 17, 11-19
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».


  “La tua fede ti ha salvato”
La tua fede ti ha insegnato a vedere tutto ciò che hai come un dono e questa consapevolezza ti porta a ringraziare!
Perché, dove è scritto che dobbiamo stare per forza bene, dobbiamo avere ciò che desideriamo, dobbiamo dobbiamo….
Forse l’unica cosa che “dobbiamo” è ringraziare, cioè “rendere grazie”  e per fare ciò dobbiamo accorgerci che tutto è Grazia!  Tutto! Proprio tutto! Anche ciò che ci fa star male! Perche se non fossero stati lebbrosi forse quegli uomini non si sarebbero avvicinati a Dio!
E la VERA guarigione non è quella del corpo ma quella dello spirito: “la tua fede ti ha salvato”. Ed è grazie a questa malattia che il lebbroso ha acquistato la fede o, se già l’aveva, questo non possiamo saperlo, ha avuto modo di sperimentarla come dono e rendere grazie.
E quindi: la tua malattia che ti ha procurato la fede ti ha salvato e ti ha insegnato a rendere grazie!
Non è soltanto un ringraziare a parole è “rendere grazie” cioè restituire la grazia ricevuta, ridistribuendola su chi ci sta vicino… In pratica: trafficare i talenti ricevuti!

1 commento:

Ordo Virginum Sicilia ha detto...

#1 08 Ottobre 2010 - 19:29


e come dice la canzone del Principe d'Egitto, "Vedrai Miracoli se crederai, la fede in noi si può ....
associo la parola fede, a credere...credere fino in fondo. E non avere paura.
Tutto sembrerà buio ma aver fede aiuta a rendere chiare le tenebre e prima poi a vedere e a rendere Grazie delle meraviglie del Signore. Buona domenica atutti Irene

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