"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Le sante, vergini consacrate, del mese di Maggio


 7 Maggio sec. I Santa Flavia Domitilla
13 Maggio 141 Santa Gliceria

17 Maggio 304 Santa Restituta di Teniza  

20 Maggio sec. III Santa Bassilla
31 Maggio sec. I  Santa Petronilla di Roma


Santa Restituta di Teniza 17 maggio 304

S. Maria del Principio tra i santi Gennaro e Restituta 
Basilica di S.Restituta - Cattedrale di Napoli
Mosaico del 1322 opera di Lello da Orvieto
                               
Santa Restituta, probabilmente originaria di Teniza, attuale Biserta in Tunisia, si formò alla scuola di San Cipriano, vescovo di Cartagine  e fece parte del gruppo dei martiri Abitinesi, descritto nella “Passio SS. Dativi, Saturnini et aliorum”, redatta da Pio Franchi de’ Cavalieri (1869–1960).
Durante la decima persecuzione anticristiana, ordinata dall’Imperatore Diocleziano nel 304, un folto numero di cristiani, provenienti anche dalle vicine città di Cartagine e Biserta, continuarono a radunarsi nella città di Abitine in casa di Ottavio Felice, per celebrarvi il rito eucaristico sotto la guida del presbitero Saturnino.
Un gruppo di loro venne sorpreso dai soldati romani: furono arrestati, e trascinati in catene a Cartagine. Il 12 febbraio del
304 subirono l’interrogatorio rituale alla presenza del proconsole Anulino e, riconfermata la loro fede nonostante le torture, vennero condannati a morte: fra loro c’era anche Restituta.
Gli scarsi dati storici furono completati da tardive “Passiones” medioevali come quella dell’agiografo napoletano Pietro Suddiacono sec. X . Egli descrisse il processo, la condanna e il martirio della Santa che, stremata dalle torture, fu posta su di una barca carica di stoppa. Quando questa fu portata al largo dai carnefici e data alle fiamme, il fuoco annientò il vascello dei carnefici risparmiando la barca su cui era posto il corpo di Restituta che un angelo del Signore sospinse verso la baia di San Montano, sul isola d’Ischia. Viveva in quel luogo una matrona cristiana di nome Lucina, avvertita in sogno dall’angelo, si recò sulla spiaggia, dove trovò l’imbarcazione arenata e in essa il corpo intatto e splendente di Restituta. Lucina radunata la popolazione gridò:"Una barca senza vele e senza remi è giunta alla nostra terra. Sulla barca il corpo santo di una vergine martire. Donne, uomini, sacerdoti, accorrete! Venite a contemplare il dono del Signore!" Alla Martire venne data solenne sepoltura alle falde dell’attuale Monte Vico in Lacco Ameno, dove sono conservati i ruderi di una basilica paleocristiana e dove sorge oggi un Santuario dedicato alla Santa.
Nell'845 le reliquie della Santa vennero traslate a Napoli nella cappella di Santa Maria del Principio della basilica costantiniana ed attuale cattedrale di Napoli. Le reliquie più importanti della santa africana  sono fino ad oggi conservate in un'urna sotto l'altare della suddetta cappella la cui volta è arricchita da un mosaico opera di Lello da Orvieto (1322) raffigurante la Madonna con Bambino tra San Gennaro e Santa Restituta. Nel 1066 la basilica costantiniana  venne designata col nome della santa.  Il suo culto nella città partenopea è attestato da diversi documenti, a cominciare dal "Calendario marmoreo" (847-849), che riporta al 16 maggio la festa liturgica del "Dies natalis S.Restitutae". Nel 1883 una piccola reliquia fu donata al vescovo di Algeri, card. Lavigerie. Le sue reliquie si trovano anche nella cattedrale di Pisa e a Cagliari.
Nella cattedrale di Palermo si trovava una pala trecentesca con l'immagine della santa su fondo oro; il 17 maggio 1352, a seguito della miracolosa guarigione di un certo Nicola Citarista, venne portata in processione nel monastero di Santa Chiara, dove rimase fino al 1912. In tale data venne riportata in cattedrale. Nel 1557 lo scultore Giacomo Gagini realizzò una statua marmorea della santa, da collocare nella chiesa di Santa Chiara; oggi si trova nel museo diocesano della città;  il Collectarium seu Orationale Ecclesiae Panormitane prescriveva una apposita orazione.
In Africa il culto della santa pare attestato a Cartagine dall’esistenza dalla basilica eponinima, celebre per essere stata la sede di sei Concili e per sette discorsi pronunziativi da S. Agostino.
Il 16 Maggio d’ogni anno, nella Baia di San Montano si svolge la rappresentazione del martirio e l’approdo della Santa a Lacco Ameno. In passato, in occasione di questa ricorrenza, i fedeli raccoglievano lungo i litorali sabbiosi dell'isola i gigli di S. Restituta  (Pancratium maritimum L.).  Alcuni di essi con tali fiori adornavano le barche utilizzate per la processione via mare, altri in segno di devozione addobbavano l'interno della chiesa, in particolare l'altare della Santa.
Santa Restituta viene festeggiata dal 16 al 18 maggio. In quei giorni Lacco Ameno festeggia intensamente la sua patrona e in un rito religioso antichissimo ripete lo sbarco della santa nell’incanto della baia di San Montano.

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