11 Gennaio sec. II (?) Santa Liberata
23 Gennaio sec. III Santa Messalina da Foligno
30 Gennaio sec. III Santa Martina
Sante Archelaide, Tecla e Susanna di Nola 19 gennaio sec. III
F. Solimena. Ss. Archelaide, Tecla e Susanna Chiesa di San Giorgio (Salerno) |
Secondo la Passio redatta intorno al sec. X santa Archelaide (o Archelaa)
e le sue compagne Tecla e Susanna vivevano la loro vita di vergini consacrate a
Roma. Per sfuggire alla persecuzione degli imperatori Diocleziano e Massimiano,
giunsero a Nola, stabilendosi poco lontano dalla città sul Colle di Cicala. Benchè
inferma, Archelaide era di aspetto giulivo pregava giorno e notte chiedendo la
conversione dei pagani, istruiva il popolo nella Santa religione e guariva
miracolosamente i malati con la sacra unzione. Come riporta Della Nolana Ecclesiastica Storia, Volume
1 cap. XIV le tre vergini si sottoponevano a digiuni e penitenze e,
per il loro stile di vita, “avean
sembianza di veri Eremiti ed Uomini erano generalmente riputate”
Le
guarigioni che Archelaide operava procurarono fama di
santità, ma ciò causò che fosse denunziata da alcuni pagani. Arrestate tutte e
tre, Archelaide fu interrogata sul suo potere taumaturgico da Leonzio,
proconsole della Campania. Ella, con molta serenità e determinazione, ritenendo
gli dèi opere mute e senza valore, rispose che ciò era opera di Gesù Cristo
Autore del Cielo, della terra e del mare. Ciò fece infuriare il governatore il
quale ordinò che fosse data in pasto a leoni digiuni per sette giorni in uno
degli anfiteatri nolani. Ma questi preferirono lambire i suoi piedi in
atteggiamento placido e riverente. Riportata in carcere e richiusa insieme alle
sue compagne, ricevette la visita di un luminoso angelo che la consolò
rassicurandola che le sue orazioni stavano al cospetto dell’Altissimo. I
custodi furono resi partecipi della visione e terrorizzati non poterono far
altro che constatare quanto corrispondesse al vero quanto predicato da Archelaide.
Il giorno seguente fu ricondotta dal proconsole che le promise di farla
diventare una nobile matrona se avesse adorato gli dèi. Ma, constatando la sua
ostinazione, il proconsole ordinò che il suo corpo fosse lacerato da pettini di
ferro su cui versare olio bollente. Archelaide pregò intensamente e l’angelo la
rassicurò proteggendola dal tormento. Leonzio, ritenendo che si trattasse di
una maga, comandò ai soldati che la schiacciassero con un grosso masso, ma
l’angelo scagliò sui medesimi quello stesso sasso. Allora fu portata insieme
alle altre sue due compagne fuori dalla città e qui quegli stessi soldati che
avevano assistito alla visione dell’angelo alquanto trepidanti trafissero di
spada le coraggiose vergini, sepolte poi nel cimitero nolano. Si racconta
inoltre che nel sec. VII, Archelaide apparve in sogno ad una monaca di nome
Agneta del monastero di San Giorgio a Salerno sollecitandola a prelevare da
Nola, che allora apparteneva alla provincia ecclesiastica di Salerno, il suo
corpo e quelle delle sue due compagne e di portarli a Salerno. Agneta non fece
caso al sogno, tuttavia dato che il sogno si ripeté per diverse notti ella
confidò il fatto al suo confessore e questi al vescovo Giovanni di Salerno, il
quale insieme ad Agneta e a tutto il clero, andando presso il cimitero di Nola
prelevarono le sacre reliquie. Poste queste su un carro trainato da buoi, il
corteo si diresse verso la cattedrale di Salerno come da proposito del vescovo,
ma i buoi deviarono in direzione del monastero di Agneta, e da allora le
reliquie sono custodite in una urna di cristallo posta sotto le tre statue a
mezzo busto delle sante presso la chiesa di San Giorgio annessa al monastero
benedettino. I tre busti reliquiari di legno venivano portati in
processione insieme ad altri santi salernitani nel giorno del santo patrono San
Matteo e per questo venivano dette dal popolo “le
sorelle di san Matteo”. Intorno
al 1675 furono commissionate a Francesco
Solimena un ciclo di affreschi per la cappella
che accoglieva le reliquie delle sante. Le pitture sono state molto danneggiate
dall’umidità: quelle sul soffitto sono scomparse, mentre quelle parietali sono
state recentemente staccate dal muro. Gli episodi principali sono: un miracolo delle
Sante, il loro Martirio e L’apparizione a Suor Agneta. I loro
nomi non sono riportati nel Martirologio Romano ed attualmente se ne fa memoria
solo nella chiesa di San Giorgio.
1 commento:
PICCOLE PRECISAZIONI / CORREZIONI: Non vi furono altri vescovi col nome Giovanni a Salerno prima del X secolo (918), che ci fa credere in un possibile errore di trascrizione della passio. Inoltre le statue lignee furono commissionate dalle monache allo scultore Fumo di Baronissi nel XVII secolo, prima delle quali tutte le ossa erano state probabilmente conservate in una cassa di zinco in luogo ignoto. Le monache inserirono nelle tre statue solo tre ossicini delle sante (uno ciascuna). Nel XIX secolo il monastero chiuse, mentre la chiesa rimase aperta e lo è tuttora. Solo nel 2011 l'Arcivescovo attuale di Salerno, Luigi Moretti - come si può notare dall'iscrizione latina presente nell'anticamera - ordinò che le ossa fossero esposte sotto alle tre statue lignee per essere venerate.
Giovanni.
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