"Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale ... ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual è il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo." Beato Giuseppe Puglisi - Palermo 15/09/1937 - 15/09/1993 Primo martire di mafia

Giornata Mondiale della Vita consacrata

Messaggio di Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale della Vita Consacrata  
Omelie di Papa Benedetto XVI per la Giornata mondiale della Vita consacrata 
Messaggi della commissione episcopale

Icona Presentazione di Gesù al Tempio 
La festa della Presentazione di Gesù al Tempio segna anche una ricorrenza particolare: la Giornata mondiale della Vita consacrata, indetta da Giovanni Paolo II e celebrata per la prima volta il 2 febbraio 1997 col preciso intento di: “aiutare l'intera Chiesa a valorizzare sempre più la testimonianza delle persone che hanno scelto di seguire Cristo da vicino”.
In questo primo messaggio il Papa dava una triplice motivazione che lo aveva spinto ad istituire questa celebrazione:
 1. L' “intimo bisogno di lodare più solennemente il Signore e ringraziarlo per il grande dono della vita consacrata, che arricchisce ed allieta la Comunità cristiana con la molteplicità dei suoi carismi e con i frutti di edificazione di tante esistenze totalmente donate alla causa del Regno”.
2. Con “lo scopo di promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell'intero popolo di Dio”.

3. “riguarda direttamente le persone consacrate, invitate a celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie che il Signore ha operato in loro, per scoprire con più lucido sguardo di fede i raggi della divina bellezza diffusi dallo Spirito nel loro genere di vita e per prendere più viva consapevolezza della loro insostituibile missione nella Chiesa e nel mondo”.


 
  Perché il 2 febbraio?
È il Papa stesso che ce lo spiega sempre nel messaggio per la prima giornata mondiale della vita consacrata: “In questa scena evangelica si rivela il mistero di Gesù, il consacrato del Padre, venuto nel mondo per compierne fedelmente la volontà (cfr Eb 10, 5-7). Simeone lo addita come "luce per illuminare le genti" (Lc 2, 32) e preannunzia con parola profetica l'offerta suprema di Gesù al Padre e la sua vittoria finale (cfr. Lc 2, 32-35). La Presentazione di Gesù al Tempio costituisce così un'eloquente icona della totale donazione della propria vita per quanti sono stati chiamati a riprodurre nella Chiesa e nel mondo, mediante i consigli evangelici, "i tratti caratteristici di Gesù vergine, povero ed obbediente" (VC 1).

Nel pensiero del Magistero la vita consacrata, “non è una realtà isolata e marginale” ma è posta “nel cuore stesso di essa, come elemento decisivo per la sua missione”. Infatti, “«esprime l’intima natura della vocazione cristiana» (LG 3) e la tensione di tutta la Chiesa-Sposa verso l’unione con l’unico Sposo” (Ad Gentes, 18). Pertanto, è riconosciuta quale “dono prezioso e necessario anche per il presente e per il futuro del Popolo di Dio, perché appartiene intimamente alla sua vita, alla sua santità, alla sua missione” (VC 3).

Paolo VI, nell’Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi, riconosce alle persone consacrate un compito singolare nella vita stessa della Chiesa. Egli afferma: “I religiosi, a loro volta, trovano nella vita consacrata un mezzo privilegiato per una evangelizzazione efficace. Con la stessa intima natura del loro essere si collocano nel dinamismo della Chiesa, assetata dell’Assoluto di Dio, chiamata alla santità. Di questa santità essi sono testimoni. Incarnano la Chiesa in quanto desiderosa di abbandonarsi al radicalismo delle beatitudini. Con la loro vita sono il segno della totale disponibilità verso Dio, verso la Chiesa, verso i fratelli”(EN 69).

Nella Lettera Apostolica postsinodale Vita Consecrata, Giovanni Paolo II, afferma “Attraverso la professione dei consigli, infatti, il consacrato non solo fa di Cristo il senso della propria vita, ma si preoccupa di riprodurre in sé, per quanto possibile, «la forma di vita, che il Figlio di Dio prese quando venne nel mondo». Abbracciando la verginità, egli fa suo l’amore verginale di Cristo e lo confessa al mondo quale Figlio unigenito, uno con il Padre (cfr Gv 10, 30; 14, 11); imitando la sua povertà, lo confessa Figlio che tutto riceve dal Padre e nell’amore tutto gli restituisce (cfr Gv 17, 7.10); aderendo, col sacrificio della propria libertà, al mistero della sua obbedienza filiale, lo confessa infinitamente amato ed amante, come Colui che si compiace solo della volontà del Padre (cfr Gv 4,34), al quale è perfettamente unito e dal quale in tutto dipende” (VC 16) e mette in relazione il mistero pasquale con la vita consacrata. Si legge infatti: “La persona consacrata, nelle varie forme di vita suscitate dallo Spirito lungo il corso della storia, fa esperienza della verità di Dio-Amore in modo tanto più immediato e profondo quanto più si pone sotto la Croce di Cristo. Colui che nella sua morte appare agli occhi umani sfigurato e senza bellezza tanto da indurre gli astanti a coprirsi il volto (cfr Is 53, 2-3), proprio sulla Croce manifesta pienamente la bellezza e la potenza dell’amore di Dio. [...] La vita consacrata rispecchia questo splendore dell’amore, perché confessa, con la sua fedeltà al mistero della Croce, di credere e di vivere dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. In questo modo essa contribuisce a tener viva nella Chiesa la coscienza che la Croce è la sovrabbondanza dell’amore di Dio che trabocca su questo mondo, è il grande segno della presenza salvifica di Cristo. E ciò specialmente nelle difficoltà e nelle prove. È quanto viene testimoniato continuamente e con coraggio degno di profonda ammirazione da un gran numero di persone consacrate, che vivono spesso in situazioni difficili, persino di persecuzione e di martirio” (VC 24) .

 La Giornata Mondiale della Vita Consacrata, riportando la nostra attenzione sul dono mirabile fatto da Dio alla sua Chiesa e al mondo, con la chiamata di tante sorelle e fratelli, a consacrare la loro vita, ci faccia conoscere sempre meglio il valore della consacrazione e la sua missione salvifica nel mondo, accresca in noi la stima verso le persone consacrate, susciti nuove vocazioni, richiami a tutti i cristiani e a ogni persona di buona volontà il dovere della gratitudine per la dedizione e l’amore delle persone consacrate per l’uomo di oggi e i suoi problemi, ci trovi disponibili ad aiutare con ogni mezzo, soprattutto con la preghiera e secondo le proprie possibilità, quanti si consacrano al Signore, perché possano vivere la loro vocazione in pienezza.

Meditazioni festive - uno sguardo! Ecco di cosa avevo bisogno!

III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno A
  
Vangelo  Mt 4, 12-23
 
Dal vangelo secondo Matteo
Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa:
«Terra di Zàbulon e terra di Nèftali,
sulla via del mare, oltre il Giordano,
Galilea delle genti!
Il popolo che abitava nelle tenebre
vide una grande luce,
per quelli che abitavano in regione e ombra di morte
una luce è sorta».
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Pensieri di un discepolo conquistato dall’Amore:
Ma io, che ci faccio qui? Io ero solo un pescatore, la mia vita era uguale tutti i giorni, il pesce da pescare e poi da vendere, la casa, la famiglia, gli amici, mangiavo dormivo e… si è vero… tutto ciò non mi soddisfaceva al 100% ma… no questo non lo potevo dire a nessuno!
E sì, perché se sei nato a Cafarnao da una famiglia di pescatori… che altro vuoi fare nella vita?
Poi un bel giorno arriva questo tipo strano! Avevo sentito parlare di Lui… predicava, parlava con la gente, qualcuno diceva che forse era il Messia, ma chi aveva tempo per andarlo a conoscere?
E Lui che fa? È venuto Lui!
Come se sapesse che morivo dalla curiosità di conoscerlo, di ascoltarlo, di parlare con Lui… Come se sapesse di quella mia insoddisfazione segreta…
Vabbè, mi sono detto, vorrà comprare del pesce e se ne andrà senza degnarmi nemmeno di uno sguardo… uno sguardo!
Ecco di cosa avevo bisogno! Di qualcuno che mi vedesse veramente, di qualcuno che mi volesse bene per quello che sono e non che per quello che produco!
Lui arriva e… mi guarda… e i nostri occhi si incrociano in uno sguardo che sembra infinito… non so descrivere cosa ho provato in quel momento… forse per la prima volta mi sono sentito Amato! Non che i miei familiari non mi volessero bene, ma quell’Amore era diverso… era come una luce… era di più… era… si è questo l’Amore vero!
E poi sento la sua voce che dice a me “venite, vi farò pescatori di uomini”… cioè, mi sta chiamando a seguirlo! E lo sta facendo non disprezzando il mio lavoro ma esaltandolo e rendendolo… diverso… luminoso… di più!
E così l’ho seguito e insieme a me lo hanno seguito altri miei amici e parenti e con Lui è iniziata una vita nuova! Le difficoltà e le fatiche non sono mancate, tante volte ho pensato che stavo sognando, tante volte mi sono detto che stavo sbagliando, che era un pazzo e altrettanto pazzo ero io a seguirlo, tantissime volte ho pensato di mollare tutto ma… nel mio cuore c’è come un fuoco ardente… mi sa che è tutto vero!
Non so cosa mi riserverà il futuro ma non m’importa! Ho trovato l’Amore, quello vero, quello di cui avevo bisogno! E non posso lasciarmelo sfuggire!

Evelissima

Le sante, vergini consacrate del mese di Gennaio

10 Gennaio sec. III Sante Tecla e Giustina di Lentini 
11 Gennaio sec. II (?) Santa Liberata
 Santa Messalina 23 gennaio sec. III
 
Mosaico cattedrale di Foligno
Nacque da nobile famiglia e fu discepola di San Feliciano vescovo di Foligno. Stimata in vita come vergine santa si distinse per l’orazione e le opere misericordia spirituale e corporale. Accadde che Decio, imperatore romano allora in carica, di ritorno dalle sue vittorie,  si trattenne alcuni giorni a Foligno con la sua legione. Venendo a conoscenza della fama del vescovo Feliciano che aveva convertito molti alla fede cristiana lo fece incarcerare e proibì il culto cristiano. Tuttavia ogni giorno, Messalina, allora diciottenne, incurante del pericolo, si recava dal suo pastore con del cibo e conversava con lui sulle opere di Dio. Sorpresa dai carcerieri, fu invitata con lusinghe a sacrificare agli dèi. Al suo rifiuto, genuflessa e alla presenza del suo vescovo confessò la fede in Cristo suo Sposo. Ma per la sua testimonianza fu ingiuriata, tormentata con vari flagelli e alla fine percossa incessantemente con alcuni nodosi e pungenti bastoni, mentre ella, immobile e gli occhi fissi al Cielo, spirava con le carni lacere. Prima martire folignate, il suo corpo fu segretamente nascosto nella chiesa palatina (poi cattedrale di San Feliciano). Da sempre venerata, il vescovo di Foligno Mons. Antonio Bizzoni incaricò un presbitero di rinvenire il corpo della santa e, dopo molte ricerche, fu ritrovato, per la festa di Santa Lucia (13 dicembre) del 1599 in un sarcofago che riportava la seguente scritta: Hic subtus iacet corpus sanctae Messalinae. All'apertura della cassa le reliquie emanarono una fraganza profumata e seguirono la guarigione di un Ministro e la liberazione di molti ossessi. Il numero crescente di grazie indusse il popolo a chiedere una solenne processione concessa nel 1613. Il suo corpo è deposto nella cappella della Madonna presso
la cattedrale di Foligno. La sua memoria, non menzionata dal Martirologio Romano, è celebrata nella Chiesa di Foligno il 23 gennaio. L’anno del suo martirio è incerto: alcune fonti riportano il 254 ossia tre anni dopo la morte di Decio. La sua effige è riprodotta sul mosaico del 1900 situato sulla facciata principale della cattedrale di Foligno e comissionato da Leone XIII papa, su una tela del 1850 situata sulla altare della Madonna della stessa cattedrale e una pregevole statua tra le varie che ornano l’interno della cattedrale.

Cfr. Vite de' Santi e Beati di Foligno  di Lodovico Iacobilli

Meditazioni festive - Sta ogni istante in agguato per sorprenderci e trovare un modo per farci sorridere

II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno A

Vangelo  Gv 1, 29-34
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Giovanni, vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo! Egli è colui del quale ho detto: “Dopo di me viene un uomo che è avanti a me, perché era prima di me”. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare nell’acqua, perché egli fosse manifestato a Israele». 
Giovanni testimoniò dicendo: «Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui. Io non lo conoscevo, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: “Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo”. E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio».
 

Giovanni testimonia: “è Lui!” eccolo, è lui che ho annunziato, colui per il quale ho battezzato tante persone nel Giordano, colui per il quale ho gridato nel deserto, colui sul quale ho visto scendere lo Spirito, colui del quale ho sentito proclamare “questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo”, colui per il quale pure mentre ero nel grembo di mia madre ho esultato di gioia! è lui!
Ho dedicato tutta la mia vita a lui e non posso non testimoniarlo!
Perché è questo il senso della mia vita!
La testimonianza! È questo il senso della vita di ogni cristiano! Dobbiamo annunziarlo, dobbiamo gridarlo dai tetti, dobbiamo fare di tutta la nostra vita una prova reale della Sua esistenza!
Perché anche noi abbiamo visto e vediamo ogni giorno la Sua presenza! Che sia un raggio di sole o una goccia di rugiada, che sia una tempesta o un arcobaleno, che sia un soffio di vento o il canto di un uccellino, che sia il sorriso di un bimbo o uno sguardo carico di amore… è Lui e sta in ogni cosa, in ogni persona.
Sta ogni istante in agguato per sorprenderci e trovare un modo per farci sorridere, per riempirci del Suo Amore.
E per toglierci ogni dubbio della Sua presenza viene a manifestarsi ogni giorno sugli altari di tutto il mondo sotto le specie del pane e del vino!
E noi lo abbiamo visto… si che lo abbiamo visto! Allora che aspettiamo a fare della nostra vita una costante testimonianza? Come fare? Donando Amore, gioia, bellezza nella consapevolezza di non essere noi a donare ma di essere specchio che riflette il Suo Amore la Sua Gioia e la Sua bellezza!!!

Evelissima

Convegno Consacrati di Sicilia



Vi comunichiamo che a Letojanni in provincia di Messina presso l’ Hotel Hantares Olimpo
si svolgerà il Convegno regionale “Vita Consacrata” tra sequela e profezia
Il Convegno intende riflettere sulla propria identità di consacrati, è un’opportunità di formazione per una valutazione della Vita Consacrata nella Chiesa, tra le pieghe di una cultura, e in un contesto sociale che si pongono, sempre e comunque, come segni dei tempi da interpretare, ed a cui dare risposte più coerenti con il carisma dei fondatori da una parte, e con la testimonianza profetica, propria della Vita Consacrata, dall’altra.

Venerdì 14 febbraio 2014 si svolgeranno le seguenti relazioni:

 “Il Carisma della Vita Consacrata nella Chiesa”. Fondamento biblico e teologico
Sr. Filippa Castronovo, Figlie di S. Paolo, Biblista
 Vita Consacrata: quale profezia nel mondo di oggi ?”
P. Rino Cozza, PP Giuseppini (Murialdo) Vicario episcopale per la VC di Trento

 Sabato 15 febbraio
Testimonianze
- Al servizio dei poveri con il carisma di S. Annibale M. Di Francia
(P. Paolo Galioto, PP Rogazionsti, Istituto Cristo Re - Messina)
- Il dramma della tratta di esseri umani
(Sr. Valeria Gandini,Suore Missionarie Comboniane, Sportello Ascolto donne in difficoltà, Caritas - Palermo)
- La rinascita dell’Ordo Virginum nella Chiesa, dono e profezia
(Anna Daniela Spatola, vergine consacrata Arcidiocesi di Palermo, docente IRC, mediatore familiare) 


Il convegno regionale è rivolto:
- ai consacrati e alle consacrate delle Istituzioni antiche e nuove di Vita Consacrata
(Ordini, Congregazioni religiose e secolari, Società di Vita apostolica);
-  alle forme nuove e/o rinate di Vita Consacrata;
- ai gruppi, associazioni, movimenti, singole persone che condividono carismi e spiritualità
degli Istituti religiosi;
- ai segretariati diocesani CIIS, CISM e USMI delle 18 diocesi siciliane;
- ai Vicari o delegati episcopali per la Vita Consacrata delle 18 diocesi siciliane.
Per informazioni ed iscrizioni: Sr. Lupita Perez tel. 3203442271 - Fr. Claudio Begni tel. 3358152830



Meditazioni festive - Meno male che Tu non sei un Dio secondo i nostri criteri…

DOMENICA DOPO L'EPIFANIA
BATTESIMO DEL SIGNORE 
Anno A - Festa

 Vangelo  Mt 3, 13-17
 
Dal vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Certo Signore, che tu, per farci confondere le idee…. Ma ce lo spieghi che ci fai, tu che sei Dio al Giordano?
Intanto perché fare tutta questa strada dalla Galilea ad un luogo deserto? Poi questo battesimo fatto da un uomo comune, si certo era un profeta… ma Tu sei Dio! E in quest’acqua nemmeno così pulita (Giovanni battezzava vicino alla foce del fiume)!
E quando, giustamente, Giovanni ti dice: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” tu te ne esci fuori con una delle solita frasi tue che non si capiscono: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”
Poi… questa mi è piaciuta… si aprono i cieli e tutti sentono la voce dal Cielo che ti proclama “il Figlio amato”…. No, aspè…ma se eri nel deserto… non l’ha sentito nessuno! A parte quei peccatori che erano venuti pure loro da Giovanni!
Ma, scusa, un Dio per fare la giustizia non dovrebbe aprire i Cieli per mandare punizioni e castighi a tutti quelli che si comportano male? Non dovrebbe fare capire a tutti con chiarezza che Lui comanda?
Certo, a parte quando siamo noi a comportarci male, in quel caso deve essere buono e misericordioso, lasciarci liberi di scegliere e farsi gli affari suoi!
Anche perché con tutti i rumori del traffico, delle tv, delle discoteche, delle nostre liti… anche se apri il Cielo… non è così facile sentirti!
Meno male che Tu non sei un Dio secondo i nostri criteri… Isaia aveva detto bene:
“Egli porterà il diritto alle nazioni.
Non griderà né alzerà il tono,
non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata,
non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta;
proclamerà il diritto con verità.
Non verrà meno e non si abbatterà […]
ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo
e luce delle nazioni,
perché tu apra gli occhi ai ciechi
e faccia uscire dal carcere i prigionieri,
dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.”
Allora aiuta anche noi ad uscire dalle tenebre della superbia, e dalla presunzione di sapere tutto, di voler decidere per Te, di voler dare una risposta agli eventi misurandola secondo i nostri punti di vista terreni e soprattutto aiutaci ad avere l’umiltà di fermarci davanti ad un altro uomo come noi per chiedere a Te il perdono e la purificazione delle nostre colpe!
Evelissima

Meditazioni festive - cacciatori di stelle!

6 GENNAIO EPIFANIA DEL SIGNORE 
Solennità

Vangelo  Mt 2,1-12
 
Dal vangelo secondo Matteo
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

I cacciatori di stelle hanno sempre fatto paura!
Una persona molto saggia un giorno mi disse “viviamo tutta la nostra vita basandola su due sentimenti: l’Amore e la paura” ed effettivamente è così, l’Amore e la paura stanno come su due piatti di una bilancia, se aumenta l’amore diminuisce la paura e viceversa!
Ma come fa un re grande e importante come Erode ad avere paura di:
·           un bambino appena nato (così piccolo a chi può fare male?)
·           le parole di un profeta scritte tanti secoli prima (non saranno scadute?)
·           parole che parlano del più piccolo capoluogo di Giuda (ma chi ci crede?)
·           degli stranieri ricchi che lasciano le loro case e le loro certezze per seguire una stella… e per adorare un bambino… ce ne fosse una sola stella in cielo! Ce ne fosse uno solo di bambino nato in quel periodo! (ma questi sono proprio pazzi!)
Eppure Erode si turba e con lui tutta Gerusalemme! E per paura mente e cerca un modo per annientare quel bimbo che gli fa così tanta paura.
Invece loro, questi pazzi venuti da lontano, questi cacciatori di stelle e di sogni, questi innamorati che vengono a portare un dono senza pretendere nulla in cambio!
Loro che non hanno avuto paura perché troppo pieni d’Amore, loro che al vedere la stella provano una gioia grandissima!
Loro ci insegnano il valore di un Amore senza misura, senza calcoli, un amore che sperpera tempo ricchezze e fatica, un Amore che non ha paura, un Amore che si fida, che rischia, che riempie il cuore di Gioia.

Evelissima

Meditazioni festive

2° domenica dopo Natale

Dal vangelo secondo Giovanni  
In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l'hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

La grammatica italiana dice “Il verbo (< Lat. verbum = "parola" per eccellenza) è la parte più importante di una frase e ne indica l'azione principale, lo stato, l'esistenza, il modo di essere delle persone, degli animali o delle cose.”
Il Verbo, la Parola, ciò che da senso! Ciò che è vita e da vita!
Verbo che si rivela.
Verbo che si fa carne per dare dignità alla carne!
Carne data in pasto agli uomini perché possano assumere la natura divina del Verbo!
Eppure i suoi non l’hanno accolto! Ma a chi lo ha accolto ha dato potere di diventare figli di Dio e dalla sua pienezza abbiamo ricevuto grazia su grazia!
Eppure anche noi continuiamo a trovare scuse per non accoglierlo! E poi ci lamentiamo pure!!!
Ieri notte osservavo la gente che “festeggiava” il capodanno… mah! A parte che con tutti quei botti sembrava di essere in guerra! E la maggior parte delle persone aveva più alcool che sangue nelle vene! E un ragazzo invitandomi a bere mi dice “con l’alcool si compensa ciò che ci manca”…. Mi sono limitata a rispondere che non ne volevo e non ne avevo bisogno ma se fosse stato meno ubriaco e quindi capace di recepire gli avrei detto che sono ubriaca di Gesù Cristo e che da quando è sceso sulla terra per farsi uomo Lui ha compensato ciò che ci mancava!!!
Evelissima

Meditazioni festive - Insegnaci o Maria

1 GENNAIO
MARIA SS. MADRE DI DIO 
Solennità

Vangelo  Lc 2,16-21 
Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 
Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Insegnaci, o Madre, ad essere pastori!
Ad ascoltare l’annuncio degli angeli e a correre senza indugio, a raccontare al mondo le meraviglie del Suo amore e a farlo così bene da suscitare stupore in chi ascolta, ma soprattutto a glorificare e lodare Dio per i suoi doni!
Insegnaci, o Maria, ad essere madri!
Ad accogliere, custodire e meditare nel cuore ogni avvenimento, senza essere prevenuti e pronti a criticare ma con il desiderio di scoprirne il senso.
Insegnaci o donna, a riconoscere in Gesù (=Dio Salva) l’unico vero Salvatore della nostra vita!

Evelissima